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Dispersione scolastica, il decreto Caivano funziona ma alcune famiglie sfidano lo Stato: i numeri di Napoli parlano chiaro

Le misure anti dispersione scolastica, con sanzioni maggiori per le famiglie e obblighi di controllo più stringenti per i presidi, stanno producendo i primi effetti, ma non in tutti i territori: in alcune città del Sud non sembra vi siano importanti risultati positivi. Nemmeno sembra che siano serviti più di tanto i corsi di formazione rivolti agli alunni più rischio, attivati di recente grazie al supporto fornito dai fondi del Pnrr: basta ricordare che l’Italia ha destinato nel 2024 per questo problema già 750 milioni per le scuole statali secondarie e 40 milioni per i Centri provinciali di istruzione per adulti. Di recente, inoltre, il Ministero ha stanziato altri 45 milioni favore delle scuole paritarie.

Una desolante fotografia del fenomeno della dispersione scolastica nei 92 comuni della città metropolitana di Napoli è stata fornita l’8 agosto dal prefetto della città Michele di Bari, alla presenza del parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, e quello di Scampia, don Alessandro Gargiulo.

Ebbene, solo nell’area metropolitana di Napoli, nel corso dell’anno scolastico 2023/24 sono state 3.340 le segnalazioni per mancata frequenza scolastica: di queste ben 727 (il 21,7 per cento), sono arrivate al vaglio dell’autorità giudiziaria perché, a seguito dell‘ammonimento dei sindaci, i ragazzi non sono rientrati a scuola.

“Proprio al quartiere di Scampia, agli onori delle cronache in questi giorni dopo il crollo della Vela Celeste, con morti e feriti – scrive l’Ansa – spetta il primato della dispersione – nelle scuole secondarie di primo grado si registra il 4,33 per cento di studenti non ammessi per mancata frequenza, percentuale che sale all’8,67 nelle scuole secondarie di secondo grado”.

“La dispersione e l’elusione scolastica sono fenomeni costituiscono un problema che va affrontato con la maggiore forza possibile, ma va sottolineato che la rete delle istituzioni preposte sta funzionando”, ha detto il prefetto di Napoli, secondo cui il decreto Caivano “ha funzionato benissimo perché, a differenza di qualche anno fa, le segnalazioni sono aumentate molto”.

Si guarda comunque avanti: “adesso, il sistema va maggiormente accompagnato perché se il dirigente scolastico segnala al sindaco la mancata frequenza e la famiglia fa poco, significa che lì dobbiamo potenziare la rete educativa anche per chi ha la responsabilità genitoriale”, ha aggiunto Michele di Bari.

Solo a Caivano, sempre nell’anno scolastico 2023-2024, sono state 112 le segnalazioni da parte dei dirigenti scolastici all’amministrazione comunale per frequenza irregolare della scuola dell’obbligo, 79 gli ammonimenti da parte dell’amministrazione alle famiglie e 11 le segnalazioni all’autorità giudiziaria per mancata ripresa della frequenza a scuola nonostante l’ammonimento.

A livello nazionale, invece, come è stato riportato di recente dalla Tecnica della Scuola, l’Italia rimane ancora indietro rispetto alla media europea del 9,6%: escludendo l’analfabetismo di ritorno, siamo infatti ancora ben 3,5 punti percentuali più avanti della media del Vecchio Continente e questo non è un ben segnale.
Questi dati medi, inoltre, presentano per l’Italia una pericolosa disparità tra il Nord, dove la dispersione è attualmente già calcolata sotto al 10%, ed il Sud, dove raggiunge punte massime in Campania e Sicilia dove si attesta al 16% e addirittura al 21%.

Alessandro Giuliani

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