Mi riferisco all’articolo di Alvaro Belardinelli “ Dispersione scolastica: ma è proprio colpa della scuola?” pubblicato su “La Tecnica della scuola” il 20/10/2018.
L’autore cerca di scagionare la scuola ritenuta ingiustamente antiquata, vetusta, nozionistica, classista, per dare la colpa del fenomeno dispersione a don Milani! Scrive infatti: “Pesa, su entrambe queste critiche alla Scuola (e ai suoi insegnanti), un’ideologia diffusissima dal 1968 ad oggi, i cui assiomi sono oggi un autentico dogma religioso: il donmilanismo. Infatti, pur senza voler nulla togliere alla figura di don Lorenzo Milani e alla sua buona fede, bisogna riconoscere che la pur nobile passione del priore di Barbiana per l’insegnamento e per il riscatto dei diseredati ha innescato nella maggioranza degli Italiani degli ultimi cinquant’anni la convinzione secondo cui il sapere è inutile, noioso, classista, borghese.”
Cita Gramsci che elogia la severità degli studi, contrapponendolo a don Milani. Ma quando mai don Milani ha detto che il sapere è inutile e noioso ed è stato lassista circa gli studi? Ha detto sì che la scuola era classista e borghese perché espelleva i figli degli operai e dei contadini. Ma sapeva bene che senza dare gli strumenti culturali a questi figlioli, essi non erano capaci di riscattarsi.
Io criticherei invece la svalutazione del lavoro che ha fatto la sinistra rispetto alla scuola, proprio partendo dalla concezione di Gramsci che Belardinelli cita:
“«Nella scuola moderna mi pare stia avvenendo un processo di progressiva degenerazione: la scuola di tipo professionale, cioè preoccupata di un immediato interesse pratico, prende il sopravvento sulla scuola “formativa” immediatamente disinteressata. La cosa più paradossale è che questo tipo di scuola appare e viene predicata come “democratica”, mentre invece essa è proprio destinata a perpetuare le differenze sociali. (…)
E’ paradossale che la sinistra, fondata sull’emancipazione del lavoro, lo svaluti a favore di uno studio liceale per tutti. La dispersione massiccia nasce nello snodo terza media-scuola superiore: molti non si iscrivono dopo aver conseguito la licenza media o, se s’iscrivono, vengono bocciati, espulsi appunto.
Non si risolve il problema con l’obbligo scolastico fino a 18 anni o promuovendo tutti. Si tratta di avere un doppio canale della scuola come avviene in Germania: uno per l’avvio al lavoro, l’altro per il liceo che prepara per l’università. Il sistema duale perpetua le differenze sociali?
Occorre dare il sostegno, come prevede la Costituzione, a chi è portato per gli studi teorici ma proviene da famiglia povera, perché possa frequentare il liceo, ma per non fare le differenze di talento che pure ci sono (questa sì che è un’ideologia retrograda della sinistra!) non si dà istruzione e lavoro a molti giovani che escono fuori dal circuito di studi e rischiano alcuni di loro di essere assoldati dalla malavita.
Eugenio Tipaldi
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