Estero

Dispersione scolastica, raggiunti i livelli massimi in alcuni distretti USA

L’integrazione sociale di alcuni gruppi familiari, compromessi dalla rispettiva situazione economica complessiva, si evince soprattutto dalla partecipazione attiva dei membri della nuova generazione alle attività scolastiche. L’incapacità di provvedere ad un reddito sufficiente per garantire la sopravvivenza della famiglia, unita all’inflazione galoppante in aree specifiche ed all’insorgenza sempre più comune si psicopatie legate alle recenti chiusure connesse all’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno compromesso la partecipazione attiva di alcuni studenti alle lezioni frontali; il relativo inserimento ed il rendimento scolastico secondo gli obiettivi disposti dai docenti non ha raggiunto i livelli sperati. I tassi di assenteismo negli USA han raggiunto livelli da record in alcuni quadranti del paese: oltre il 40 % della popolazione studentesca di tali aree risulta cronicamente assente (nella fattispecie tale caratteristica interessa oltre il 30 % dei giorni di lezione) per varie ragioni (salute, indisponibilità, occupazione, pratiche sportive e via discorrendo). Vi sono tra questi studenti che hanno prematuramente abbandonato il proprio percorso di studi per dedicarsi ad altre attività o entrando tragicamente nella sfera sempre più vasta dei NEET. Analizziamo a fondo dati, cause e strategie di contenimento del fenomeno dispersivo negli USA, in relazione alle varie diversità del fenomeno su scala nazionale.

Root-causes: pandemia da COVID-19 unica responsabile?

Sebbene la maggior parte delle scuole negli Stati Uniti siano tornate all’apprendimento in presenza a tempo pieno dopo essere passate da remoto al culmine della pandemia di COVID-19, gli effetti persistenti dei lockdown permangono. L’assenteismo cronico, definito come almeno 30 assenze in un anno scolastico, è sempre stato un problema nei distretti scolastici statunitensi, ma dall’inizio della pandemia, il 37% in più di studenti perde settimane – a volte mesi – di scuola.  L’anno scorso, quasi 13,6 milioni di studenti a livello nazionale erano cronicamente assenti, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Il sovrintendente della contea di Jefferson (la più colpita a livello interno), Marty Pollio, ha dichiarato a CBS News che ritiene che l’aumento dell’assenteismo cronico sia una “grave crisi”. “Quando si pensa all’instabilità abitativa e alimentare, uno studente che non ha vestiti puliti potrebbe non venire a scuola“, ha precisato. Ogni scuola della contea di Jefferson dispone di un centro di servizi per i giovani che fornisce di tutto, dai vestiti puliti e prodotti per l’igiene al cibo per gli studenti in difficoltà. Nella contea di Jefferson, il 63% delle famiglie si affida alle scuole per i pasti. Pertanto le cause non fanno solo riferimento all’impatto delle chiusure sulla stabilità psicologica degli studenti e sulla relativa percezione della scuola, ma anche allo stato di povertà relativa, moderata o assoluta che caratterizza alcune famiglie.

Un fenomeno complesso e diversificato

Secondo i dati interni a disposizione, l’assenteismo cronico si verifica a tutti i livelli scolastici, ma è più diffuso in alcuni gradi rispetto ad altri. Secondo i dati della raccolta dati sui diritti civili 2015-2016, i tassi di assenteismo cronico sono più alti nelle scuole superiori. Altre ricerche suggeriscono che anche gli studenti delle prime classi elementari sperimentano alti tassi di assenteismo cronico, che potrebbero essere mascherati in analisi disponibili solo a livello scolastico locale. Capire quando gli studenti sono maggiormente a rischio aiuterebbe le scuole e i sostenitori a indirizzare meglio gli interventi per migliorare i risultati degli studenti e la rispettiva partecipazione nella vita scolastica. Nel complesso, più del 20% degli studenti delle scuole superiori sono cronicamente assenti rispetto a oltre il 14% degli studenti delle scuole medie. Il tasso di assenteismo cronico è stato il più basso tra gli studenti delle scuole elementari, pari a quasi il 14%. Per ciascun sottogruppo di studenti esiste un modello simile che descrive il fenomeno dispersivo: la probabilità di assenteismo cronico aumenta man mano che gli studenti avanzano di età e grado d’istruzione. In particolare, la maggiore frequenza complessiva osservata tra gli studenti anglofoni si dissipa nei livelli scolastici, tanto che essi sperimentano un assenteismo cronico più elevato rispetto ai loro coetanei di madrelingua non inglese quando raggiungono la scuola superiore.

Andrea Maggi

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