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Dispersione scolastica, Sicilia e Sardegna bandiere nere d’Europa

Gli studenti “permanentemente assenti” costituiscono oggi una fondamentale e centrale sfida per i sistemi scolastici europei. Il tema si correla in particolare all’aumento dei NEET – giovani sotto ai 35 anni non impiegati e non coinvolti attivamente in un percorso di studi – ed alla carenza di figure chiave specializzate nell’industria e abili di lavorare nel settore. Le realtà rurali, economicamente depresse ed isolate tendono a presentare la percentuale maggiore di giovani interessati dalla dispersione scolastica; tale dato si imparenta in particolare con la situazione e l’inserimento socio-economico delle famiglie interessate. A livello europeo, contro un 9 % circa di media, le maggiori isole italiane presentano valori di dispersione scolastica molto elevati, tra il 15 ed il 17,5 %, che le rendono le regioni più compromesse d’Europa. Le direttive dell’UE sono chiare: la European Union Strategy del 2030 mira a ridurre e contrarre sensibilmente in tutte le aree del Vecchio Continente i fenomeni disoersivi per favorire crescita e sviluppo.

Il caso sardo e siculo in Europa

La Sardegna registra uno dei tassi più elevati di abbandono scolastico precoce in Italia e in Europa. Secondo un’analisi del Centro Studi della Fondazione Art. 49, presentata durante l’evento “InClasse: radici per il futuro – Apprendere, comprendere, partecipare per formare cittadini consapevoli” svoltosi a Roma, la regione evidenzia criticità significative nel settore dell’istruzione e della formazione. La Strategia 2030 dell’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di ridurre il tasso di abbandono scolastico precoce al 9%, considerando come massimo titolo di studio il diploma di scuola secondaria inferiore. Tuttavia, l’Italia non ha ancora raggiunto questo traguardo, registrando un tasso di abbandono scolastico del 10,5%, posizionandosi al quinto posto tra i Paesi dell’UE con i livelli più alti, preceduta da Romania, Spagna, Germania e Ungheria. La Sicilia presenta un tasso di abbandono scolastico precoce superiore alla media nazionale. Secondo i dati ISTAT del 2023, il 19,4% dei giovani siciliani tra i 18 e i 24 anni ha lasciato prematuramente gli studi, rispetto alla media italiana del 12,7%. Questo colloca la Sicilia tra le regioni con i livelli più alti di abbandono scolastico in Italia.

Un paese a due velocità

In Sardegna, la situazione è particolarmente preoccupante. Secondo dati recenti, il tasso di abbandono scolastico nella regione supera la media nazionale, attestandosi intorno al 18%. Questo significa che quasi uno studente su cinque lascia il percorso di studi prima di conseguire un diploma di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale. Il fenomeno dell’abbandono scolastico non è uniforme sul territorio italiano. Regioni come il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia registrano tassi inferiori al 5%, evidenziando una disparità significativa rispetto alla Sardegna. Queste differenze regionali sottolineano l’importanza di interventi mirati e specifici per affrontare le peculiarità locali del fenomeno. Diversi fattori contribuiscono all’elevato tasso di abbandono scolastico nelle Isole:

  • Fattori Socio-Economici: La mancanza di opportunità lavorative e la precarietà economica possono spingere i giovani a lasciare la scuola per cercare lavoro o contribuire al reddito familiare.
  • Carenze Infrastrutturali: In alcune aree, soprattutto quelle rurali, la scarsa accessibilità alle istituzioni educative e la mancanza di servizi adeguati possono scoraggiare la frequenza scolastica.
  • Motivazione e Aspirazioni Personali: La percezione di scarse prospettive future o la mancanza di modelli positivi possono influenzare negativamente l’impegno scolastico degli studenti.
Andrea Maggi

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