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Dispersione scolastica, un 16enne: “Dopo le medie in Dad ho perso la voglia, ho chiuso. La scuola non spiega come fare soldi”

L’abbandono scolastico è una delle piaghe del sistema scolastico italiano. Secondo il Rapporto Censis 2022, i giovani 18-24enni usciti precocemente dal sistema di istruzione e formazione sono il 12,7% a livello nazionale e il 16,6% nelle regioni del Sud, contro una media europea di dispersione scolastica che si ferma al 9,7%. L’Italia è anche la prima nazione in Europa per numero di Neet, giovani che non studiano e non lavorano.

“A scuola mi annoiavo”

Uno di loro è Mirko, 16enne intervistato da La Repubblica, un ragazzo che ha deciso di abbandonare la scuola con solo il diploma di terza media in tasca. “La verità è che a scuola mi annoiavo”, ha detto il giovane, che ha parlato del suo percorso scolastico segnato da difficoltà: “Andavo male già a undici anni, la prima media. L’ho fatta qui a Lozzo Atestino, in provincia di Padova. Non mi trovavo con gli insegnanti, neppure con i miei compagni. Non studiavo e accumulavo 4. Il primo quadrimestre è stato tutto insufficiente. Mi salvavo in motoria, che piace a tutti, e in Arte. Sono bravo nel disegno, ma non disegno da tempo”.

Mirko ha ottenuto il diploma di terza media con il voto più basso, in ritardo in quanto è stato bocciato in prima media. Poi, lo scorso anno, alle superiori, ha deciso di non impegnarsi più e si è ritirato. A settembre scorso ha poi maturato la decisione di non provarci più e abbandonare definitivamente la scuola.

Durante il periodo delle medie sono arrivati il Covid e la Dad, che certo hanno peggiorato la situazione: “All’inizio partecipavo, ma ho perso presto la voglia. Non accendevo il computer e restavo a dormire”. Ecco, poi, cosa è successo tra i banchi delle superiori: “Ho scoperto che quel tipo di professionale mi piaceva. Anche i voti, sufficienti. Via via, però, mi sono lasciato condizionare da chi avevo intorno e ho ripreso a fare casino. Eravamo solo maschi e in classe c’era sempre tanta confusione. A volte era difficile fare lezione. Sono arrivate le sospensioni, una, due, tre. E mi sono fermato. Per sempre. No, non sono più andato a scuola, direi dalla primavera 2022. Mi hanno considerato ritirato, e bocciato”.

La scuola dovrebbe spiegare come fare soldi?

Mirko sembra essere davvero deluso e disilluso, anche se consapevole dei suoi errori: “Con la scuola italiana ho chiuso, ci metto una pietra sopra. In classe non sono mai stato in grado di darmi da fare, ho sempre e solo fatto casino”. Oggi il 16enne non studia e non lavora, sembra non avere uno scopo se non la carriera calcistica: “Dormo fino a tardi, poi il pomeriggio esco. Mi piace giocare a calcio. Sono attaccante negli Allievi dei Colli Euganei. Prima di farmi male, ho segnato tutte le domeniche. Rientrato dopo un mese, di nuovo. Se capitasse una carriera da calciatore, sì, ne farei buon uso”.

“Vorrei dire che la scuola ti insegna tanto, ma non ti dà tutto quello che ti serve per la tua vita. Non ti spiega come fare i soldi”, ha aggiunto il ragazzo. A quanto pare quest’ultimo non si è sentito aiutato se non dal preside delle medie, alle superiori da nessuno. Un ragazzo come Mirko sembra essere il prototipo di un possibile destinatario delle cure di un futuro docente tutor, così come sembra concepirlo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Redazione

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