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Dispersione scolastica, un documento informativo a ogni scuola siciliana per segnalare i casi: il progetto di Usr Sicilia

La Sicilia, come sappiamo, è una delle zone d’Italia con un tasso altissimo di dispersione scolastica. Per contrastare questo triste fenomeno l’Ufficio Scolastico Regionale siciliano ha annunciato l’istituzione di una rete di collaborazione con le Procure e l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI).

Cosa prevede questa collaborazione

L’obiettivo è rendere più efficace la tutela dei minori e ampliare la rete di collaborazione tra le istituzioni di un territorio. La Direzione generale dell’USR Sicilia ha avviato incontri e consultazioni con le Procure presso i Tribunali per i minorenni di Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI) e i 38 Osservatori di area sulla dispersione scolastica che costituiscono una realtà consolidata dell’Ufficio scolastico regionale. La sinergia tra diverse istituzioni e una condivisione – sia progettuale sia di azioni – ha l’obiettivo di rendere più efficaci e rapidi gli interventi.

Nel concreto, ogni scuola siciliana riceverà un documento informativo sulle modalità operative da seguire in caso di segnalazione di dispersione scolastica. Un fenomeno che, secondo specifici indicatori, si distingue in evasione, abbandono o frequenza irregolare. Ogni situazione prevede una specifica procedura da attivare per la prevenzione.

“Le procedure adottate da tutte le scuole a garanzia di uniformità degli interventi e degli strumenti utilizzati – dice il Direttore dell’USR Sicilia Giuseppe Pierro – rappresenteranno un ulteriore sostegno alla creazione di reti territoriali e di nuove alleanze finalizzate alla lotta contro la dispersione scolastica e alla promozione del successo scolastico e formativo di tutti gli studenti”.

I dati sulla dispersione scolastica in Italia

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha parlato spesso di dispersione scolastica: “Ecco i dati sulla dispersione scolastica in Italia, la percentuale di popolazione in età tra i 18 e i 24 anni che ha al massimo ottenuto il titolo di secondaria di primo grado. Nel 1992 era al 37,5%, per attestarsi, nel 2021, al 12%, secondo l’Eurostat. Negli ultimi anni l’Italia ha conseguito dei risultati importanti nella lotta alla dispersione. Il traguardo posto dal Pnrr per il 2026 è la riduzione al 10,2% e al 9% per il 2030”, ha detto lo scorso maggio.

“Nel 2021 l’Italia ha riportato un tasso di abbandono precoce migliore al 12% solo a Spagna e Romania. Analizzando i dati italiani si nota una forte disparità tra regioni e uno svantaggio molto accentuato nel Mezzogiorno. In Sicilia si arriva al 21%”.

“L’obiettivo del Pnrr è ridurre la percentuale di poco più di 2 punti evitando che circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma. Il nostro Paese deve tenere sotto controllo anche la dispersione implicita. L’Italia dal 2019 si è dotata di un sistema di rilevazione della dispersione tramite l’anagrafe dello studente e le prove Invalsi. La lettura congiunta dei dati mostra che gli studenti che si trovano in condizioni di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20%, cioè un giovane su cinque”.

“Povertà educativa: bimbi e giovani a causa di difficili condizioni economiche non hanno le stesse opportunità di apprendimento di loro coetanei. Non è inevitabile: la trasmissione dello svantaggio si può superare con un’offerta formativa personalizzata e di supporto globale alle famiglie. Nel G7 che si aprirà giovedì prossimo in Giappone il punto all’ordine del giorno è proprio questo. Personalizzare non significa che ogni studente diventa una monade e non si inserisce in un contesto ampio”.

Redazione

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