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Dispersione scolastica, Valditara a Pontida annuncia che al Sud è scesa sotto il 10%. Sarebbe un risultato strabiliante: quando i numeri ufficiali?

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Durante il suo intervento a Pontida, l’appuntamento annuale della Lega, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha detto, riferisce l’Ansa, che la sinistra “accusa” il Governo Meloni “di voler spaccare l’Italia ma abbiamo stanziato 325 milioni per Agenda Sud e i risultati ci stanno premiando, il tasso di dispersione è sceso al Sud a meno del 10%”. Il riferimento del responsabile del dicastero bianco potrebbe essere rivolto a qualche provincia meridionale, perché se la media nazionale di abbandono precoce dei banchi di scuola, prima di conseguire un diploma, si colloca ancora tra il 12% e il 13% è proprio a causa della presenza altissima di dispersone nelle regioni del Sud.

Vi sono, non a caso, realtà dove le istituzioni locali continuano a denunciare un fenomeno sempre da allarme rosso.

Come quella dell’hinterland napoletano, dove alcune settimane fa il prefetto della città Michele di Bari – alla presenza del parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, e quello di Scampiadon Alessandro Gargiulo – hanno spiegato che nel corso dell’anno scolastico 2023/24 sono state 3.340 le segnalazioni per mancata frequenza scolastica: di queste ben 727 (il 21,7 per cento), sono arrivate al vaglio dell’autorità giudiziaria perché, a seguito dell‘ammonimento dei sindaci, i ragazzi non sono rientrati a scuola.

A livello nazionale, invece, come è stato riportato di recente dalla Tecnica della Scuolal’Italia rimane ancora indietro rispetto alla media europea del 9,6%: escludendo l’analfabetismo di ritorno, siamo infatti ancora ben 3,5 punti percentuali più avanti della media del Vecchio Continente e questo non è un ben segnale.
Questi dati medi, inoltre, presentano per l’Italia una pericolosa disparità tra il Nord, dove la dispersione è attualmente già calcolata sotto al 10%, ed il Sud, dove raggiunge punte massime in Campania e Sicilia dove si attesta al 16% e addirittura al 21%.

Evidentemente, le percentuali rese pubbliche dal ministro dell’Istruzione e del Merito devono essere successive a quelle in nostro possesso: si attendono, a questo punto, i dati e le percentuali aggiornate. Sempre che non si tratti di risultati invece riferiti solo ad alcune zone del Sud.