Invio alla vostra attenzione, alcune riflessioni che facevo in merito alla riorganizzazione degli spazi fisici e delle attività didattiche nelle scuole.
Sento le ipotesi più strampalate ed eccentriche.
Con riferimento al distanziamento di sicurezza sento udite, udite, proposte che sono al limite del ricovero coatto alla neuro:
- metà studenti della classe a scuola e metà a casa in teledidattica
- lezioni a giorni alterne con studenti di uno stesso gruppo classe divisi in più classi e docente che dovrebbe fare la spola tra una classe e l’altra
- lezioni con doppi turni
- lezioni solo in teledidattica
Io credo che la soluzione sia lì, alla portata di tutti, ma che la politica sta ignorando: consiste nel ridurre il numero di studenti per classe.
Da un punto di vista didattico credo che una proficua e utile lezione non possa vedere la partecipazione di più di 15 studenti; valutate le esigenze sanitarie, occorre ridurre il numero a 12-13 studenti.
Tutte le altre opzioni sono insensate da un punto di vista educativo e formativo e sono un insulto alla intelligenza di famiglie, studenti e insegnanti.
La decisione costa certamente in termini economici, ma è l’unica che abbia un senso compiuto. Occorre ristrutturare gli stabili, riaprire edifici un tempo adibiti a istituti scolastici, potenziare laboratori e dare un minimo di decoro a servizi e spazi esterni di pertinenza. Ma occorre farlo subito.
Per troppi anni abbiamo assistito alla creazioni delle classi pollaio, alla faccia delle norme sulla sicurezza, continuamente eluse da tutti i governi e ministri di turno, con gli aspetti didattici presi a pedate in modo indegno da una classe politica senza vergogna.
Giampaolo Bullegas