Scrivo la seguente lettera come risposta al prof. Garattini che molto drasticamente ha dichiarato inidoneo alla scuola chi rifiutasse di vaccinarsi. Sono tra coloro che, dopo essersi iscritti con grande entusiasmo alla campagna vaccinale, assalito da dubbi di fronte alle notizie che si sono susseguite nella settimana della sospensione, ha chiesto un rinvio di una settimana e si è sentito rispondere che avrebbe avuto una sola occasione per vaccinarsi.
Sono consapevole delle urgenze e delle difficoltà nell’organizzazione della campagna vaccinale, ma di fronte alle incertezze e alle paure diffuse credo si dovrebbe avere una maggiore capacità di comprensione. L’indecisione che mi sembra comprensibile alla luce ad esempio della presa di posizione di un paese non certo no-vax come la Francia il quale decide di non somministrare il vaccino Astrazeneca al di sotto dei 55 anni.
Il criterio in base al quale si sceglie chi vaccinare per primo dovrebbe essere la fragilità del soggetto in base all’età e alla professione esercitata: la ratio della campagna vaccinale dovrebbe essere la massima efficienza in termini di copertura della popolazione fragile più che l’educazione civica. Se un insegnante giovane rifiuta il vaccino questo potrà essere somministrato a persona magari più fragile, visto che siamo ben lungi dall’aver coperto quelle fasce di età più falcidiate dal covid.
Dopodichè si dovrà far di tutto per convincere il docente che le sue incertezze sono immotivate e il suo dovere civico proteggere sè stesso e gli altri. E quindi distinguere tra chi è solo spaventato e chi aprioristicamente contrario ai vaccini (questi sì allora soggetti a eventuali sanzioni).
Ricordo al prof. Garattini che per un anno è stato detto dagli stessi esperti del CTS che la scuola era sicura e ora non si può improvvisamente sostenere che diventa un luogo di contagio perchè qualche insegnante non vaccinato che segue tutte le norme come prima improvvisamente fa da untore. Si potrebbe prevedere un tampone obbligatorio prima dell’ingresso a scuola a chi non si è vaccinato (il che lo renderebbe ancora più sicuro dei vaccinati che possono ancora essere contagiosi).
Gli scienziati e le migliaia di esperti (tra cui includo il prof Garattini) farebbero meglio a trovare un accordo unanime sulle line da seguire in Europa perchè altrimenti è comprensibile che nei profani si sviluppino timori di fronte alle diverse posizioni nazionali nei confronti di un vaccino che ha avuto necessariamente un iter di produzione non ortodosso.
Quando un mio alunno commette un errore (e resto convinto che non vaccinarsi con Astrazeneca per un docente lo sia) io non lo boccio immediatamente, ma gli spiego cosa ha sbagliato garantendogli una seconda occasione per rifarsi. Qualcuno dirà che in tempo di guerra non c’è spazio per le esitazioni… eppure sono state le stesse massime autorità europee ad esitare per prime ed ora non ci si stupisca se alcuni cittadini (meno informati dell’EMA e dell’AIFA) esitano a loro volta. La fiducia va conquistata e non si può imporre con i diktat o le minacce.
Angelo Baffelli
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