A molti bambini, troppi, viene diagnosticato un disturbo del linguaggio in ritardo, anche dopo i 5 anni d’età, quando alcuni limiti comunicativi non sono ormai più recuperabili. Il 6 marzo, in occasione della Giornata Europea della Logopedia, sono stare rese noti i numeri di questo fenomeno che, almeno nel nostro paese, non tende a ridursi: in Italia la percentuale di piccoli con ritardo nel linguaggio continua a variare dal 3% al 5% del totale. E’ dimostrato, tuttavia, che molti dei disturbi lessicali si ridurrebbero non poco se venisse fatta una diagnosi precoce e adottato un conseguente programma di recupero. Per questo motivo la giornata sulla Logopedia si è trasformata in una serie di appuntamenti creati appositamente per favorire una cultura della comunicazione: le Associazioni Regionali dei Logopedisti (federate nella F.l.i.) hanno organizzato manifestazioni di formazione. E’ stato anche distribuito del materiale che illustra le tappe dello sviluppo del linguaggio e i segnali che rendono consigliabile un consulto con il logopedista, anche in tenerissima età, tenendo comunque sempre presente la grande variabilità del fenomeno in base al soggetto e ai suoi anni.
Nel 2006 la giornata della Logopedia ha avuto come tema lo sviluppo del linguaggio da 0 a 3 anni. L’obiettivo è stato quello di dare una migliore informazione sul tema, sia ai genitori che ai professionisti che lavorano con i bambini in età evolutiva: professioni sanitarie, pediatri, puericultrici, insegnanti di scuola materna. “Purtroppo – hanno detto gli esperti della F.l.i. – molti bambini giungono alla diagnosi spesso in ritardo, dopo i 5 anni d’età: i dati dimostrano che un disturbo del linguaggio può ostacolare non solo l’apprendimento del bambino, soprattutto l’apprendimento della lettura e scrittura, ma anche il suo sviluppo emotivo e relazionale. L’individuazione tardiva del disturbo causa un disagio maggiore al soggetto e alla sua famiglia, oltre che trattamenti più lunghi ed impegnativi”. Per avere del materiale informativo sulla Logopedia basta collegarsi con il sito www.fli.it.