Finalmente abbiamo saputo perché De Luca ha chiuso le scuole in Campania. Ritiene vettori di contagio del Covid 19 la movida e la scuola. Per la movida siamo d’accordo. Ma per la scuola? Non cita per esempio il problema dei trasporti. Chissà, forse c’è una competenza regionale oltre che nazionale. Ci hanno detto la bugia, per nascondere i limiti di investimento in questo settore, oltre che nella sanità (di Mes, a proposito, non si sente più parlare, neanche nell’ultimo vertice di governo), dicendo che si potevano occupare i mezzi all’80%. Abbiamo sentito De Micheli, ministra dei trasporti, dire senza pudore che i bus e le metropolitane erano sicuri anche con l’assembramento, perché c’erano i finestrini aperti e si saliva e si scendeva…Sarebbe una barzelletta, se non fossimo nel tragico.
Ma nessuno ha chiesto le dimissioni della De Micheli, forse perché non si espone mediaticamente, al contrario della povera Azzolina che sull’apertura della scuola ci ha messo la faccia. Infatti sui trasporti, il governo poi ha fatto marcia indietro e nell’ultimo dpcm è sceso a una capienza del 50%. Non pensa De Luca che un vettore di contagio pericoloso, oltre la movida, siano stati i trasporti piuttosto che la scuola? Se è così, in attesa dei soldi del Recovery Fund, è stato giusto chiudere le scuole superiori nelle zone a rischio, male minore, perché i giovani studenti usano i mezzi di trasporto e li affollano. Ma i bambini dell’infanzia, della scuola primaria e delle medie vanno a scuola a piedi, frequentando le scuole del quartiere, quindi è giusto che frequentino le scuole, con tutte le precauzioni del caso.
A meno che il governatore della Campania (io dico del Kampanistan) ha un suo comitato tecnico-scientifico particolare che non va d’accordo con il CTS nazionale. I casi sono due: o bara il CTS nazionale dicendo che le scuole sono sicure o bara De Luca quando dice che le scuole sono pericolose perché infettive. Diteci la verità. Tu, governo (scusa se ti do del tu), fai uno studio approfondito e scientifico sul contagio nelle scuole, anche studiando quello che avviene negli altri paesi europei, dove le scuole sono aperte.
Come è possibile che solo in Campania ai bambini è tolto il diritto all’istruzione? La DAD o DDI che dir si voglia, per i bambini e preadolescenti non può sostituire la didattica in presenza, con la sua socialità tra i pari e il sostegno emotivo ed empatico degli insegnanti. Qualcuno l’ha definita giustamente una didattica fantasma, senza corpo. Questi sono i frutti avvelenati del Titolo V della Costituzione che ha dato i poteri alle regioni e ha fatto dell’Italia un’arlecchinata. Cavour, Mazzini e Garibaldi, tranne Cattaneo, si stanno rivoltando nelle loro tombe: abolite il titolo V per favore, visto che vi dichiarate tutti nazionalisti.
Non so se De Luca ha avuto un’infanzia felice e socievole. Di certo la sta togliendo ai bambini della Campania. So già che risponderebbe che lo fa per salvarli. E’ giusto tutelare la salute dei bambini, ma essa non è soltanto fisica, ma anche psichica. Rischiamo di far crescere una generazione depressa, asociale e impaurita. I pericoli sono insiti nella vita e vi ricordo che anche in guerra i bambini andavano a scuola, nonostante il rischio dei bombardamenti. I nostri nonni ritenevano che l’istruzione fosse un bene importante quanto e più del pane quotidiano. Ma ce lo siamo scordati, come anche l’ubbidienza alle regole che devono valere per tutta la nazione e non per una regione sola, se siamo ancora una nazione.
Eugenio Tipaldi
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