C’è una forbice che si fa sempre più larga andando avanti negli anni di scuola. È il divario di genere in matematica per le studentesse, dai primi anni fino agli ultimi di scuola. Un aspetto che analizza la Fondazione Agnelli e due ricercatori (Martino Bernardi e Barbara Romano). Il gap parte già dal quinto anno delle elementari, si accentua alla terza media e si allarga alle superiori, con un punteggio inferiore di 7,1 punti rispetto ai ragazzi, ovvero due terzi dell’apprendimento medio di un anno scolastico. il percorso di studi e l’entità variano, anche se nella maggior parte dei casi restano stabili fino alla maturità.
Ma quali sono le cause? Secondo i due esperti e come riporta “Il Sole 24 Ore” i fattori socioculturali svolgono un ruolo fondamentale. Tra questi gli stimoli e i condizionamenti provenienti dalla famiglia, dai coetanei e dagli insegnanti. Alcuni studi e carriere possono aumentare il “gender dream gap”, poiché vengono considerati più adatti a un sesso piuttosto che a un altro.
Un aspetto importante è l’autoefficacia. Quando gli alunni si sentono più autoefficaci tendono a impegnarsi di più quando la studiano, prendono possesso della materia e proseguono il percorso di studi in ambito matematico.
Dall’analisi della Fondazione Agnelli viene fuori come ci sia una percezione di minor autoefficacia nelle ragazze rispetto ai ragazzi già nelle scuole medie (campione di 1.600 studenti). Serve dunque promuovere l’interesse per la matematica nelle ragazze per ridurre il divario di genere.
A incentivare le studentesse, insegnanti e genitori che devono impegnarsi a creare un ambiente di apprendimento positivo sin dai primi anni di scuola.
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