Le donne sono bravissime in matematica, ingegneria, informatica. Ma non lo sanno». Così afferma non una donna, ma un uomo, Nicola Palmarini, manager dell’Ibm a Boston e autore del bel saggio Le infiltrate: ragazze e tecnologia, stereotipi e opportunità.
L’intelligenza artificiale sta ridisegnando il mondo, ma lo sta facendo con le menti degli ingegneri e dei programmatori maschi e, per giunta, replicando una visione che è vecchia di cent’anni, quella per cui uomo equivale a dottore, donna equivale a infermiera. Proprio in questo contesto il divario retributivo di genere è un tema caldo, tanto che alcune aziende hanno deciso di dichiarare apertamente la loro attività di recupero in questa direzione, cercando di colmare il gap di retribuzione fra uomini e donne.
Una ricerca di Accenture rivela che le studentesse universitarie di oggi – dei Paesi sviluppati – potrebbero essere la prima generazione nella storia a vedere il gender pay gap chiudersi, se si lavora strategicamente per colmare il divario entro il 2030 lavorando su tre assi:
- Digital Fluency: la capacità di usare le tecnologie digitali per connettersi, apprendere e lavorare.
- Strategia di carriera: per fare scelte consapevoli e gestire le carriere in modo proattivo.
- Immersione tech: acquisire maggiori competenze tecnologiche e digitali per avanzare rapidamente.