Il rapporto Ocse chiarisce come viene organizzata la formazione iniziale degli insegnanti. Nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado vige il modello simultaneo (in cui la formazione pedagogica e pratica è fornita contestualmente a corsi di materie accademiche) in più di tre quarti dei paesi dell’OCSE e dei paesi partner.
Per la scuola secondaria superiore è invece più diffuso il modello consecutivo, in cui la formazione pedagogica e pratica viene dopo i corsi accademici.
Quanto alle attività strutturate per avviare i nuovi insegnanti alla professione, come il tutoraggio di insegnanti esperti o il lavoro tra pari con altri insegnanti, nella maggior parte dei casi, ad eccezione di Costa Rica, Lettonia e Svizzera, si tratta di attività obbligatorie per tutti i futuri insegnanti.
Per i futuri insegnanti della scuola secondaria, la durata dei programmi di formazione iniziale degli insegnanti varia da 3 anni in Costa Rica, nelle Comunità fiamminga e francese del Belgio e in Nuova Zelanda, ai 6,5 anni in Germania.
Quanto all’Italia, il periodo formativo si attesta a 6 anni per la scuola secondaria di secondo grado, al pari dell’Irlanda e dell’Austria; e a 5 anni per la scuola dell’infanzia e primaria.
In quasi due terzi dei 36 paesi OCSE e partner, la durata della formazione iniziale degli insegnanti è la stessa per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria. Negli altri la durata della formazione iniziale degli insegnanti è da 0,5 a 3,5 anni più breve per la scuola materna rispetto alla scuola secondaria.
Va considerato che l’istruzione iniziale e la formazione pre-servizio sono solo i punti di partenza per la formazione continua di insegnanti e capi di istituto sviluppo. Dati i continui cambiamenti demografici degli studenti e la necessità di aggiornare le proprie conoscenze e competenze man mano che la società evolve, lo sviluppo professionale continuo è essenziale per mantenere la qualità del personale nel sistema educativo
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