Ancora una volta una notizia spiacevole sul fronte degli stipendi del mondo della scuola. Con una laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, prettamente destinata ai servizi educativi nelle scuole, a 5 anni dall’attestato, i laureati percepiscono in media tra i 1.093 € e i 1.272 € netti al mese, tra le performance peggiori in fatto di facoltà universitaria. E del resto, non è una novità che quello dell’educatore sia un mestiere mal pagato.
Quali sono le lauree più richieste e quelle meno “utili” sul fronte occupazionale? Qual è il tasso di occupazione dei laureati delle varie facoltà? Quali le lauree più pagate e quali invece le lauree meno spendibili nel mondo del lavoro?
Le lauree più richieste nel mondo del lavoro sono le seguenti:
La classifica – ci spiega il portale Jobbydoo.it – è stilata incrociando i dati di Almalaurea 2021 sul tasso di occupazione dei laureati a 5 anni dalla laurea (laureati di primo livello, laureati magistrali biennali e laureati magistrali a ciclo unico), suddivisi per area disciplinare.
Ad esempio, il tasso di occupazione a 5 anni dalla laurea magistrale degli iscritti in Informatica e Tecnologie ICT è del 97,2%; gli iscritti in Ingegneria Industriale e dell’Informazione sono al 96,4%; l’area medica tocca quota 88%; per Architettura e Ingegneria Civile siamo al 91,4%; e per la laurea in Economia al 91,8%.
In generale, secondo l’ultima indagine di AlmaLaurea, a cinque anni dal conseguimento del titolo magistrale il tasso di occupazione dei laureati STEM è del 92,1%. Peraltro, ci sono meno laureati STEM di quanti ne cercano le aziende e questo garantisce ottime opportunità occupazionali e uno stipendio sopra la media.
E i laureati delle aree disciplinari umanistiche? Per loro il tasso di occupazione scende sotto l’80%, il che significa una maggiore lentezza e difficoltà a trovare impiego.
Non a caso il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi punta sugli Its e sulla promozione delle discipline Stem nelle scuole, specie per le ragazze, a compensazione di un trend che vede più alunni che alunne, scegliere gli indirizzi scientifici durante la scuola secondaria di secondo grado.
Dunque obiettivo del MI, nell’ambito del Pnrr, è garantire pari opportunità e uguaglianza di genere, in termini didattici e di orientamento, rispetto alle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), alla computer science e alle competenze multilinguistiche, per tutti i cicli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, con focus sulle studentesse e con un pieno approccio interdisciplinare.
Anche sul fronte della remunerazione le lauree Stem hanno una marcia in più, con 1.457 € netti al mese con una laurea triennale, che salgono a 1.572 € netti al mese con una laurea magistrale. Fanno meglio di così le lauree di area medico-farmaceutico-veterinaria, con 1.789 € netti al mese per i laureati del gruppo medico e farmaceutico; e 1.625 € netti al mese per i laureati in Veterinaria. Come dicevamo in apertura, a fare peggio è la laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, che insieme alla laurea in Psicologia e a quelle di area artistica, si attesta attorno ai 1000 o ai 1200 euro al mese netti. Persino i laureati in Comunicazione sono più fortunati, con 1.403 € netti al mese (a fronte di una laurea triennale) o 1.492 € netti al mese (con laurea specialistica).
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