Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nella mattinata dello scorso 20 dicembre, ha inviato una circolare alle scuole con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.
Nel documento è stato confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.
A distanza di quasi due mesi, quali sono stati gli effetti concreti del provvedimento nelle classi? Ci sono stati davvero cambiamenti? Gli studenti hanno davvero smesso di usare i cellulari in classe, di nascosto ai docenti? A indagare su ciò è stato Skuola.net interpellando 1.800 alunni di licei, istituti tecnici e professionali.
Ecco cosa è emerso: attualmente il 75% degli studenti intervistati dichiara una maggiore attenzione da parte della scuola sull’uso degli smartphone a scopo di distrazione personale, figlia di regolamenti scritti o di indicazioni verbali.
In quasi la metà dei casi (44%) non ci sono punizioni preordinate a seconda della violazione commessa. Allo stesso
tempo, però, non è trascurabile il fatto che nel resto dei casi le conseguenze possono essere piuttosto pesanti: 1 su 3 racconta che si può arrivare alla nota sul registro, 1 su 4 persino alla sospensione.
Ciò che salta all’occhio è il fatto che prima della diffusione della circolare, in quasi il 90% dei casi – a prescindere dall’esistenza di regole chiare – la presenza dello smartphone nelle classi era davvero ingombrante: il 49% diceva che praticamente lo usavano tutti anche durante le lezioni, il 37% che era solo una parte degli alunni ad azzardare. Ora il quadro si è decisamente modificato. Laddove lo smartphone spopolava senza inibizione alcuna, gli studenti hanno notato un cambiamento: nella metà dei casi, per evitare problemi, i dispositivi vengono usati in modo meno spudorato (40%) se addirittura non sono del tutto scomparsi da sotto il banco (10%).
Ma qual è l’opinione degli studenti? Per il 18%, inaspettatamente, è “sacrosanto” il bando dello smartphone a scuola per scopi diversi dalla didattica e il 32% è d’accordo con l’erogazione di punizioni in caso di mancato rispetto di regole codificate. La posizione che va per la maggiore è comunque quella della mediazione. Dal punto di vista “ normativo”, per il 49% l’uso dello smartphone per scopi personali dovrebbe essere consentito, cercando piuttosto di invitare alla moderazione. Lato sanzioni, il 50% non condivide la linea dura contro i trasgressori, suggerendo punizioni leggere. I restanti, però, si schierano sul fronte decisamente opposto: per quanto riguarda il primo aspetto, per il 33% ogni studente dovrebbe essere lasciato libero e, in caso di violazioni, il 18% è assolutamente contrario a qualsiasi forma di sanzione.
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