Le recenti disposizioni emesse a livello federale circa il divieto, in sede didattica, dell’utilizzo di dispositivi elettronici in classe vedono un’applicazione, sia a livello cronologico che pratico, terribilmente complessa. Già da giugno scorso i vari Ispettorati Sanitari sollecitavano il Ministero Federale circa i risultati negativamente sorprendenti relativi alla presunta correlazione tra ore trascorse dinanzi al telefono ed i risultati conseguiti a livello di apprendimento (specie negli stati del Texas, California e Virginia). Le recenti surveys, difatti, evidenziano una carenza generalizzata nelle discipline ed attività di base, come la comprensione del testo e calcolo logico-matematico. Tuttavia, l’applicazione delle misure predisposte risulta assai complessa: le istituzioni federali han fatto sapere la scorsa settimana alla stampa degli stati interessati che questioni di natura logistica, politica e sociale. Quest’ultima sarebbe relativa ad una presunta spirale di violenza che potrebbe scaturire da tali misure, specie per giovani e giovanissimi, in termini di reazione e risposta.
New York City un tempo era leader a livello nazionale nel limitare l’uso dei dispositivi elettronici nelle aule. Due decenni dopo, il sistema scolastico più grande del paese ha difficoltà a recuperare il ritardo. Quella che durante l’estate sembrava una semplice promessa di vietare l’uso dei cellulari nelle classi, per il sindaco di New York Eric Adams è rimasta impantanata sia nelle complicazioni logistiche che nelle preoccupazioni di genitori diffidenti e di un potente sindacato degli insegnanti, il tutto mentre il democratico moderato si trova ad affrontare la rielezione nel 2025. Di conseguenza, il mese scorso Adams ha ritrattato i precedenti commenti della sua amministrazione con l’obiettivo di dare ai funzionari comunali più tempo per chiarire i dettagli. Gli stati e i distretti scolastici di tutto il paese – come la California e l’Ohio – stanno adottando restrizioni sugli smartphone poiché i funzionari eletti e i leader dell’istruzione si preoccupano del ritardo nei punteggi dei test e dell’effetto dei social media sulle giovani menti. Eppure, nonostante un ampio sostegno, i politici locali hanno faticato a trovare il giusto equilibrio. E incidenti come la sparatoria di due settimane fa in una scuola superiore in Georgia, che ha provocato la morte di due insegnanti e due studenti, continuano a riaccendere il dibattito sulla sicurezza degli studenti.
Da nessuna parte questo atto è più precario che a New York City, dove la vastità del sistema scolastico, la potenza politica del lavoro organizzato e il numero di genitori supponenti hanno messo in netto rilievo i problemi che i distretti scolastici a livello nazionale devono affrontare. “Vogliamo farlo bene”, ha detto Adams durante un’intervista televisiva di agosto. “È già successo in passato: le amministrazioni precedenti hanno tentato di vietare i cellulari. Hanno fallito”. I genitori sono da tempo contrari al divieto, soprattutto a causa delle preoccupazioni per la sicurezza pubblica, come le sparatorie nelle scuole. A New York City, lo spettro dell’11 settembre incombe ancora. Altrove nel paese, le sparatorie nelle scuole hanno scosso le comunità da una costa all’altra, inclusa la sparatoria in una scuola della Georgia di mercoledì, presumibilmente compiuta da un quattordicenne. Mentre l’assassino si aggirava per l’edificio, gli studenti della Apalachee High School hanno mandato un messaggio ai genitori mentre si nascondevano. Hanno scritto alle loro famiglie di aver sentito degli spari e di aver avuto paura. Hanno dato ai loro genitori aggiornamenti in tempo reale sull’evento. Nel complesso, secondo un sondaggio Gallup del mese scorso, circa il 44% degli adulti americani con un bambino dall’asilo fino al 12° grado ha affermato di temere per la sicurezza personale del proprio figlio a scuola. Un altro sondaggio nazionale ha riscontrato un sostegno tiepido a favore di un divieto rigoroso dei cellulari: secondo un’analisi di febbraio commissionato dall’organizzazione National Parents Union, circa il 60% dei genitori intervistati delle scuole elementari e superiori ha affermato che gli studenti dovrebbero essere sempre o talvolta autorizzati a utilizzare i telefoni durante la giornata scolastica.
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