Dopo l’annuncio dei giorni scorsi, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con una argomentata circolare, supportata da importanti studi e ricerche internazionali, ha disposto “il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni dalla scuola d’infanzia fino alla secondaria di primo grado, salvo i casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato“.
Secondo un’indagine della Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 1.100 lettori, le categorie dei docenti, dirigenti e genitori si trovano in gran parte d’accordo sul divieto: in media, circa l‘80% di loro concorda con la misura adottata dal ministro Giuseppe Valditara.
Tuttavia, non mancano le acute osservazioni di alcuni addetti ai lavori, per i quali l’imposizione di un divieto dall’alto potrebbe andare in conflitto con l’autonomia degli istituti, in particolare con le scuole che hanno condotto programmi didattici basati proprio sull’utilizzo attivo e formativo dei telefoni cellulari.
Al sondaggio hanno partecipato 1100 lettori, la maggior parte dei quali (64.4%) docenti, seguiti da genitori (18.5%) e altre categorie.
Ecco tutti i risultati per categoria.
Abbiamo chiesto ai partecipanti di condividere il loro punto di vista sull’argomento: di seguito riportiamo alcuni dei commenti più rappresentativi.
Dirigenti: “Proporrei soluzione tecnologica con schermature”; “Preferirei che ci fosse lo spazio per insegnare a usarlo consapevolmente”; “Nessuna alternativa. La comunicazione verbale. Ci si può disintossicare 6 ore dal cellulare. Per le lezioni ci sono le Lim, negli intervalli i ragazzi devono parlare tra di loro”.
Docenti: “L’eventuale utilizzo del telefono cellulare va deciso dal singolo insegnante, sulla base delle necessità didattiche e delle linee stabilite da ogni istituto scolastico tramite gli organi collegiali”; “Divieto sacrosanto, così come sacrosante solo le nuove norme sul voto di condotta, purtroppo rallentate. Una nuova scuola più seria, rispettosa ed efficace è possibile”; “Lasciamo la libertà di scelta ai singoli istituti. Fidiamoci della capacità del docente di decidere quando il cellulare può essere usato a scopo didattico. Autonomia didattica nella scuola pubblica; Vietare non serve, serve educare a un uso consapevole della tecnologia”.
Genitori: “Credo che bisognerebbe educare a fare un buon uso dei dispositivi elettronici. Vietare è un modo per non affrontare il problema”; “Il divieto causa malcontenti mentre l’educazione no, anzi rende consapevoli gli studenti”.
Altre categorie: “Sono una collaboratrice scolastica propongo un soluzione utile a tutti, predisporre Metalli: questo materiale da costruzione blocca il segnale del telefono cellulare più di ogni altro, un disturbatore di segnale innanzitutto e una armadietto in ogni aula dove chiuderli a chiave fino all’ultimo ora. Viste le norme vietate, le forme d’ansia di quasi tutti i genitori è l’unica soluzione”; “Sono stato direttore di scuola di polizia. Bisogna creare una materia di insegnamento con docenti qualificati sin dalla materna”.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dall’11 al 12 luglio 2024. Hanno partecipato 1100 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
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