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Divieto dei social ai giovanissimi: in Italia misure più stringenti? PARTECIPA AL SONDAGGIO

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Un passo deciso verso la protezione dei più giovani connessi on line arriva dall’Australia, che ha dato il via libera a una legge per vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni. Approvata il 29 novembre, la norma impone alle piattaforme di adottare misure rigorose per far rispettare il divieto, con multe che possono raggiungere i 50 milioni di dollari australiani, per le aziende inadempienti. E in Italia, come funziona?

Nella nostra Penisola, l’età minima per accedere ai social network è stabilita a 14 anni, in conformità al decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali a cui si allineano le policy di utilizzo delle principali piattaforme. Tuttavia le critiche puntano il dito sulla mancanza di controlli efficaci da parte proprio di queste ultime.

In ambito educativo, di recente, con il Governo Meloni, si è provato a stringere il pugno anche a scuola: con una Circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito, pubblicata la scorsa estate, è stato introdotto, di fatto, il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola per la primaria e secondaria di I grado. Ma a quanto pare tutto ciò non è sufficiente.

Per tutte queste ragioni, La Tecnica della Scuola chiede ai propri lettori se siano d’accordo o meno nel seguire la scia australiana e avere dei controlli più stringenti sulle iscrizioni degli under 14 ai social e alle varie piattaforme, ad esempio attraverso l’introduzione dell’obbligo di associare le richieste alle proprie generalità a documenti ufficiali oppure tramite lo Spid.

Oggi, invece, un giovane under 14 che vuole iscriversi ad un social media può farlo con una relativa facilità inserendovi dati personali non reali, senza che vi siano controlli particolari sulla loro veridicità.

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Nel sondaggio troverai le seguenti domande:

Qual è il tuo ruolo?

  • Dirigenti scolastici
  • Docenti
  • Genitori
  • Studenti
  • Altro

In quale luogo ti trovi attualmente?

  • Nord
  • Centro
  • Sud
  • Isole

Il Governo italiano dovrebbe adottare controlli più stringenti sull’uso dei social da parte dei minori under 14?

  • No
  • Non so

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[…]

Gli studenti sarebbero d’accordo

Una ricerca condotta dall’Associazione Di.Te. in collaborazione con Skuola.net, su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani tra i 10 e i 24 anni, ha mostrato una generazione sempre più consapevole dei rischi dell’iperconnessione ma incapace di farne a meno.

Sorprendentemente, il 47% degli intervistati si è detto favorevole al divieto di smartphone sotto i 14 anni e di social media per gli under 16, ricalcando il recente provvedimento dell’Australia. Questo consenso, espresso persino dai più giovani (29% tra i 10-15 anni), rivela il riconoscimento diffuso degli effetti negativi dell’uso eccessivo della tecnologia.

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I rischi dei social sulla salute mentale

I social media sono al centro del dibattito globale sulla salute mentale degli adolescenti. Studi recenti, come quello condotto dall’Università di Oxford, indicano una correlazione tra l’uso intensivo delle piattaforme e l’aumento di ansia e depressione tra i giovani. In particolare, il 60% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni trascorre dalle 2 alle 4 ore al giorno sui social, con alcuni che arrivano fino a 8 ore.

Questi dati si inseriscono in un contesto più ampio: il Pew Research Center ha rilevato che la percentuale di adolescenti online “quasi costantemente” è raddoppiata dal 2015 al 2023, passando dal 24% al 46%.