Com’è noto, lo scorso luglio, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha vietato espressamente l’uso degli smartphone scuola. Ma come sta andando? Il divieto viene applicato? Quali altri divieti sono in vigore nelle scuole italiane?
A chiederlo ad una platea di 2800 studenti e studentesse con un sondaggio è stato il portale Skuola.net. Alle medie 9 studenti su 10, al rientro a scuola, hanno trovato un regolamento scritto sull’uso dei dispositivi digitali personali, con le relative sanzioni: per la metà di loro si è trattato di una conferma delle disposizioni già in vigore lo scorso anno, per tutti gli altri di un aggiornamento o di una novità assoluta.
Alle superiori, nonostante il documento ministeriale non li riguardasse direttamente, la percentuale di quanti hanno ora a che fare con regole sul tema si attesta al 61% degli studenti intervistati. E circa un terzo di questi ultimi rilevano novità o aggiornamenti.
La strada più battuta è quella che consente agli alunni di tenere i dispositivi con sé, imponendo però di lasciarsi spenti per l’intera giornata: così per quasi i due terzi (62%). Ma c’è anche chi ha adottato il pugno di ferro, obbligando i ragazzi a consegnare i telefonini all’ingresso di scuola: è il 16% degli alunni. Altra opzione abbastanza gettonata è anche quella che prevede la possibilità di consultare il telefono durante la ricreazione: lo afferma 1 su 10.
Alle superiori ormai 6 su 10 hanno qualche forma di regolamentazione scritta. E un altro 30% ha ricevuto almeno dei “suggerimenti” orali sul comportamento da tenere.
Le nuove regole stanno funzionando? Insomma. Infatti, solo il 50% degli studenti delle medie e il 16% di quelli delle superiori dichiarano che nessuno, ma proprio nessuno, usa gli smartphone per scopi personali in classe. Il resto del campione confessa che una parte della classe contravviene al divieto fino ad arrivare al punto che tutti – in 1 caso su 10 sia alle medie che alle superiori – sembrano infischiarsene.
Gli altri divieti nelle varie scuole riguardano il dress code. Circa 3 studenti su 10 devono fare attenzione a come vestirsi la mattina. E un ulteriore 55% è caldamente pregato di presentarsi in classe in modo “adeguato” al contesto. Solo 1 su 5 ha carta bianca sull’abbigliamento.
Tra i divieti più frequenti riportati dagli intervistati figurano quello, ad esempio, di indossare top e canottiere troppo “minimal” o magliette che lasciano scoperte spalle e pance; ma anche di avere scollature generose o gonne e pantaloni troppo corti oppure jeans strappati. Nel novero delle indicazioni non mancano anche quelle che vietano di tenere in testa il cappello o il cappuccio della felpa durante le lezioni. Ci sono, poi, istituti che utilizzano formule generiche, tutte da interpretare, mettendo al bando gli outfit considerati “sgarbati” o in grado di “distrarre” gli altri studenti.
Tantissime le scuole che vietano alle ragazze di avere unghie finte (spesso giustificando la cosa con la loro potenziale “pericolosità”) nonché trucchi appariscenti, capelli troppo colorati, accessori vistosi, un numero eccessivo di piercing; qualcuna “consiglia” persino di tenere raccolti i capelli se molto lunghi. Sul fronte ragazzi, invece, ci si concentra soprattutto sulle barbe, che non devono essere né lunghe né incolte né con disegni strani. Ad avere una o più di queste indicazioni nel regolamento d’istituto è circa 1 su 5.
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