Oramai numerose realtà europee hanno disposto nelle scuole statali e non (in questo caso si parla di suggerimenti e raccomandazioni) norme relative al ban dei telefoni cellulari in classe. Anche l’OMS, consapevole dei livelli di dipendenza delle giovani generazioni e dei risultati preoccupanti in materia di prestazioni e rendimento scolastico – PIRLS 2023/24 in particolare – raccomanda l’adozione di normative finalizzate alla limitazione d’uso dei dispositivi elettronici.
I paesi europei, in particolare Danimarca, Regno Unito e Francia, si sono mossi quasi immediatamente; sin dai primi istanti durante i quali le regole venivano stilate comparirono delle questioni puramente pratiche, burocratiche ed istituzionali. Chi deve applicare le restrizioni/ban? Chi deve sanzionare gli istituti meno virtuosi in tal senso e come? Quale ruolo hanno i Dirigenti Scolastici e docenti in tal senso? E le famiglie?
Il divieto degli smartphone nelle scuole non dovrebbe essere una decisione imposta a livello nazionale, ma lasciata alla discrezione dei dirigenti scolastici. A sostenerlo è la commissaria per l’infanzia in Inghilterra, Dame Rachel de Souza, che ha sottolineato come il vero potere, in realtà, risieda nelle mani dei genitori. Secondo un’indagine condotta su 19.000 scuole e college del Regno Unito, nove scuole secondarie su dieci già limitano l’uso dei telefoni cellulari. Dame Rachel ha osservato che, sebbene l’uso del telefono sia regolato a scuola, i ragazzi accumulano comunque molte ore di tempo davanti allo schermo a casa, rendendo quindi fondamentale il ruolo educativo delle famiglie.
Ha aggiunto che un divieto generalizzato può essere accettabile, ma che in pratica “le scuole lo stanno già applicando”, e che una normativa imposta dall’alto rischia di essere inefficace se i dirigenti scolastici non ci credono realmente. Alcuni istituti, ha sottolineato, esitano ad applicare un divieto completo per timore della reazione dei genitori. Per questo il suo invito è chiaro: “Genitori, sostenete la vostra scuola”. Dame Rachel ha ribadito inoltre, durante un’intervista alla BBC, che “i genitori non sono amici dei propri figli, ma coloro che devono proteggerli e definire i limiti”.
Il dibattito sull’uso degli smartphone nelle scuole non riguarda solo il Regno Unito. In Francia, ad esempio, è in vigore dal 2018 un divieto nazionale per l’uso dei cellulari nelle scuole primarie e medie, salvo per scopi didattici o in caso di disabilità. La legge è stata accolta positivamente da molti insegnanti e genitori, anche se alcuni studenti lamentano la mancanza di autonomia. Le scuole, spesso senza direttive stringenti, applicano le norme a loro discrezione, in riferimento alla situazione dei singoli istituti.
In Italia, la questione è più sfumata: il Ministero dell’Istruzione ha emanato linee guida che scoraggiano l’uso dei cellulari durante le lezioni, ma lascia ampia libertà alle singole scuole. Il ministro Giuseppe Valditara ha anche promosso una circolare nel 2023 che vietava l’uso dei telefoni in classe, ribadendo però il ruolo centrale degli insegnanti e dei dirigenti scolastici nel far rispettare le regole. In Svezia, dove l’autonomia scolastica è molto elevata, molte scuole hanno introdotto politiche locali che limitano o vietano l’uso dei dispositivi mobili. In diversi istituti, i telefoni devono essere consegnati all’ingresso e restituiti a fine giornata. In generale, in tutta Europa si registra una tendenza crescente a regolamentare l’uso degli smartphone in classe, con approcci differenti: alcuni paesi, come la Francia, optano per normative nazionali rigide, mentre altri, come il Regno Unito, preferiscono affidarsi all’autonomia scolastica e alla responsabilità delle famiglie.
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