Categorie: Riforme

Dl Gelmini: tra gli oppositori anche gli intellettuali di Azione cattolica

Si allarga di giorno in giorno la ‘rosa’ di contestatori dei decreti sulla scuola: dopo il dissenso espresso da larga parte dei docenti, studenti, genitori e sindacati è la volta dei movimenti e delle associazioni. Sorprende non poco il fatto che sebbene ispirate a principi diversi, a volte opposti, si ritrovino assieme per dire no alle novità imposte dal Governo sul fronte scolastico: tanto che dopo aver assistito alle vibranti proteste di quelle più laiche e vicine alla sinistra politica, negli ultimi giorni stanno assumendo una posizione critica verso l’operato del Governo anche quelle di stampo cattolico e decisamente più centriste.
L’ultima in ordine di tempo è ad opera del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale, che ha deciso di dedicare ai provvedimenti in atto sulla scuola una buona parte della decima assemblea nazionale: tanto che al termine dei lavori gli intellettuali dell’Azione cattolica hanno approvato con una larghissima maggioranza prima il “Documento Camaldoli” – con le varie riflessioni e proposte del Movimento – e poi una mozione proprio sull’istruzione.
Si tratta di un documento che boccia senza appello i decreti Gelmini: “i contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico – si legge nel testo approvato – e non manifestano alcuna finalità educativa, salvo che si consideri l’educazione come equivalente ad una più dura disciplina, e la valutazione degli studenti come identica ad una semplice assegnazione di voti numerici”.
Il Meic si oppone quindi ai tagli (“spendere meno non è spendere meglio”) e , in linea anche con i commenti del settimanale ‘Famiglia Cristiana’, alle classi-ponte per studenti stranieri con maggiori difficoltà di apprendimento: “condurrebbero – sostengono gli intellettuali di Azione cattolica – a risultati opposti rispetto all’obiettivo dell’integrazione e della cittadinanza”. La conclusione è che il Meic chiede il ritiro immediato dei decreti e la loro trasformazione “in un disegno di legge da sottoporre alla discussione del Parlamento e ad un ampio dibattito nella scuola e nella società civile” senza consultare le quali “le riforme non sono possibili”.
Insomma, se è vero che non si può certo conoscere  l’esito della contestazione di sicuro al momento si può dire che i suoi oppositori , dalle ‘anime’svariate, diventano sempre più bipartisan.
Alessandro Giuliani

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