“Manca circa un mese alla fine dell’anno scolastico, considerando anche il ponte del 2 giugno. Ma in questo momento questo passa in secondo piano, perché ciò che sta a cuore dei lavoratori e dei sindacati è la mobilitazione, a seguito del DL 36 approvato nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio: praticamente un blitz, un provvedimento non annunciato nel giorno della festa dei lavoratori”. Così il direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, al consueto podcast di Radio Cusano.
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“Cosa dice il decreto? Non solo non dà seguito alle richieste del mondo della scuola, ma va ad incentivare gli insegnanti con i soldi della stessa scuola, in parte con la carta docente e in parte con la riduzione degli organici legati al calo delle nascite”.
E dunque – spiega il direttore – “da qui a poco verrà indetto uno sciopero generale. Già ce n’è uno indetto per venerdì dai sindacati di base, ma l’impressione è che si vada dritti e sparati verso un più vasto sciopero generale, per mettere in evidenza quanto sia contraddittorio l’atteggiamento del ministro di turno che continua a chiedere di valorizzare il corpo insegnante e il personale scolastico per tutto il lavoro che fanno, per poi approvare una riforma che viene fatta con gli stessi tagli alla scuola“.
Quanto alla Carta docente, introdotta con la 107 di Renzi: “Probabilmente alla Carta del docente resteranno anche meno di 400 euro annui, stiamo parlando di cifre miserevoli. Quello che lascia perplessi è che tutto questo serve a incentivare qualche migliaio di docenti che faranno formazione”.
Quale formazione docenti?
Si faranno due tipi di formazione, precisa il direttore Giuliani: “una obbligatoria per tutti, in orario di servizio, sul fronte delle competenze di carattere digitale; e una solo per coloro che svolgeranno, a seconda del ciclo scolastico, tra le 15 e le 30 ore. Fondi che arriveranno non prima del 2027. Un provvedimento, quindi, che non ha nulla a che vedere con gli aumenti legati alla copertura dell’inflazione o alla crescita a tre cifre della busta paga, voluta anche dall’ex ministro Fioramonti, che si dimise per questo. In poche parole, siamo punto e a capo. La scuola non riesce a ricevere mai quei fondi,” commenta il direttore.
Ecco perché “ieri è stata una giornata di impegno massimo per il ministro Bianchi – continua – che si è dovuto prendere tutti i rimbrotti dei sindacati, anche della Cisl. Al punto che assieme al ministro Franco, dell’Economia, è stata diramata una nota per dire che a partire dal 2026 ci saranno degli aumenti, una risposta tiepida” che lascia tutti insoddisfatti, conclude il direttore della Tecnica della Scuola.
La vicenda di cronaca
Infine, fa discutere la notizia di “un docente del nord che ha diviso i suoi alunni in bravi, sufficienti e somari, una tendenza a classificare i ragazzi in categorie, aggravata dal fatto che il docente, anziché supportare i ragazzi in difficoltà, ha emarginato i più bisognosi. Se accertata, questa notizia – avverte Alessandro Giuliani – potrebbe portare a serie conseguenze per la carriera del docente, che potrebbe essere accusato di abuso di mezzi di correzione. A parte tutto, bisogna fare attenzione: i ragazzini in difficoltà devono essere supportati più degli altri. Tirare fuori il banco del somaro, come se ci trovassimo nel dopoguerra, ci sembra del tutto inopportuno”.