Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto lo scorso 24 maggio nella conferenza stampa che si è svolta al termine del Consiglio dei Ministri n. 82. Il capo del dicastero di Viale Trastevere ha illustrato le novità del Dl Scuola, che contiene novità importanti per il mondo della scuola. Si tratta di disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025.
Questo decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri, 31 maggio, ed è in vigore da oggi, 1° giugno.
Valditara ha dichiarato: “Il provvedimento rappresenta una pietra miliare nella politica del governo per una vera eguaglianza di tutti gli studenti. Per gli stranieri il nostro obiettivo è consentire a ciascuno di avere una adeguata conoscenza della lingua italiana, primo, fondamentale passo per una reale inclusione. Nelle classi dove gli studenti di origini straniere, e che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente adeguatamente formato che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da settembre, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del PON. Il decreto costituisce, al tempo stesso, un passaggio di tutto rilievo per una più efficiente impostazione dell’attività di sostegno didattico degli studenti con disabilità. Puntiamo ad ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati e, insieme, a garantire la continuità didattica ai ragazzi anche nel caso di docenti non di ruolo. Misure concrete, ispirate al criterio del ‘fare’, per una scuola che sia realmente costituzionale, al servizio di ogni studente”.
Ecco gli articoli in merito, illustrati da Valditara in conferenza stampa, su questioni di cui ci siamo già occupati:
“L’articolo 6 risolve l’annosa questione dei docenti di sostegno. Ci sono 85mila precari sul sostegno senza specializzazione. Interveniamo anche perché le Università non riescono ad andare oltre determinati tetti. Per quanto riguarda i precari prevediamo l’intervento di Indire accanto alle Università, saranno affiancati. Vogliamo risolvere questo problema una volta per tutte. L’intervento è di natura transitoria ed eccezionale”.
“Prevediamo corsi presso Indire. Questi percorsi saranno caratterizzati con una formazione con non meno di 30 CFU. Nell’articolo 7 risolviamo il problema degli 11mila docenti con abilitazione all’estero. Distinguiamo tra gli atenei seri, accreditati, e i titoli acquisiti presso enti inaffidabili. Anche in questo caso completiamo la preparazione dato che all’estero si fa una preparazione diversa, non c’è il docente di sostegno. Completiamo l’intervento anche in questo caso con Indire. Garantiamo l’immissione di questo personale, il superamento del contenzioso, purché si seguano questi percorsi”.
“Al fine di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno, si prevede la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell’interesse del discente. La conferma viene disposta prioritariamente nei confronti dei docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità”.
“Interveniamo anche sul tema dell’integrazione scolastica degli alunni stranieri. Il 30% di loro si disperde, il 22% non ha competenze adeguate in italiano. Ci concentriamo su quelli di prima integrazione che conoscono l’italiano. Le scuole dovranno accertare la conoscenza dell’italiano per loro. Formiamo dei docenti specificamente per il potenziamento dell’insegnamento dell’italiano per questi ragazzi. La norma dispiegherà i suoi effetti dall’anno scolastico 2025/2026, l’anno prossimo formeremo i docenti. Dal prossimo anno renderemo obbligatoria la formazione extracurriculare per l’italiano sempre per i ragazzi di prima integrazione”.
“Viene finalmente introdotto un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici in grado di misurare la loro attività sulla base di parametri di merito. L’intervento si inserisce nel solco di una stagione di importante valorizzazione, anche economica, del ruolo di dirigente scolastico, al quale corrisponde un conseguente adeguamento dei relativi sistemi di valutazione, secondo i modelli più virtuosi indicati per tutto il comparto pubblico. Con la disposizione proposta si garantisce un’oggettiva e trasparente valutazione delle performance individuali sulla base di obiettivi definiti e misurabili, consentendo il riconoscimento della retribuzione di risultato in base al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Il nuovo modello di valutazione sarà contenuto in un decreto del Ministro, da adottarsi con il doveroso coinvolgimento dei sindacati”, ha aggiunto Valditara.
E ha concluso: “Si introduce una norma transitoria, valevole solo per il prossimo anno scolastico, per regolare la mobilità dei dirigenti scolastici, nelle more dell’entrata in vigore del CCNL appena siglato, prevedendo di innalzare al massimo (100%) la percentuale di posti disponibili a beneficio della mobilità dei dirigenti attualmente nei ruoli”.
Ecco la sua risposta nel corso della conferenza stampa: “Questa non è un’iniziativa spot. Gli alunni che non sanno parlare italiano sono maggiormente fragili. La norma è di grande civiltà, non discrimina. Avranno corsi di italiano potenziato perché rispetto agli altri non sanno parlare la lingua per arrivare alla pari con gli altri. Stanziamo anche risorse per avere il potenziamento di pomeriggio. Per il momento non si prevede l’allargamento dell’obbligo scolastico non ci sono novità, ci stiamo ragionando, è una misura sensata, ci stiamo lavorando”.
Quali saranno i parametri per valutare i dirigenti scolastici sulla base dei risultati conseguiti? Ecco la risposta del ministro: “Saranno individuati con decreto, e dopo un dialogo con i sindacati. Pioltello? Ci siamo già pronunciati, chiudere le scuole non serve all’integrazione. Se ogni appartenenza religiosa dovesse essere motivo per consentire la chiusura di una scuola rischieremmo di avere caos. Solo per motivi didattici si può derogare dal calendario nazionale. Se ci sono iniziative che non hanno niente a che vedere con la didattica interverremo per fare rispettare la legge”.
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