Ieri, eravamo presenti per La Tecnica della Scuola alla manifestazione della Uil Rua Campania a Piazza Plebiscito, una manifestazione molto partecipata con delegazioni provenienti da tutte le province della Campania, abbiamo intervistato Roberta Vannini neo segretaria regionale che è anche salita in delegazione per consegnare un documento in Prefettura.
La manifestazione a Napoli anticipa una settimana di mobilitazione sindacale unitaria contro il DL 73/2021 che per i sindacati non solo non risolve le emergenze della Scuola, ma le complica e tradisce lo stesso Patto per la Scuola firmato con il Governo.
Segretaria Vannini potrebbe presentarsi ai nostri lettori?
Sono Roberta Vannini, e, solo da qualche giorno, sono stata chiamata dagli organismi Statutari regionali della Campania a ricoprire la carica di Segretaria Generale Regionale. Tutto questo proprio nel bel mezzo di una situazione di emergenza che ha richiesto la presenza dei lavoratori in piazza per rappresentare quelle che, secondo noi, sono le criticità che affliggono il mondo della scuola nazionale e campana in questo periodo.
Vengo da una esperienza di responsabile territoriale. Ho seguito per qualche anno l’area flegrea e questo mi ha consentito di vivere ed affrontare in prima linea le problematiche delle persone, quelle che la scuola la fanno funzionare ogni giorno, personale amministrativo, tecnico, ausiliario, docente e dirigente scolastico. Una vera e propria palestra sindacale e di vita.
Questa manifestazione dalla Uil Rua Campania anticipa quella unitaria del 9 a Roma e i presidi unitari nelle province dei Sindacati Confederali, Snals, Confsal e Anief, firmatari del Patto per la scuola. In quali punti il DL 73 non ha rispettato il Patto che voi avete sottoscritto lo stesso giorno in cu il CdM approvava il DL? In questo caso i patti non sono stati rispettati?
Innanzi tutto bisogna dire che la manifestazione di ieri a piazza del Plebiscito deriva dall’esigenza di dare risposte ai molti problemi che ci sono stati rappresentati quotidianamente dai territori della Campania. È stata pensata e organizzata ben prima che i sindacati nazionali, unitariamente, proclamassero lo stato di agitazione che culminerà nelle manifestazioni in tutta Italia il prossimo 9 giugno. A Roma ci sarà un presidio a piazza Montecitorio davanti al Parlamento.
La Uil Scuola Campana sarà convintamente ancora una volta in Piazza del Plebiscito insieme a FLC Cgil, Cisl, Snals e Anief anche per questa occasione.
La protesta nasce chiaramente dal fatto che le indicazioni presenti nel “Patto” non sono state rispettate. Per esemplificare possiamo dire che il Patto va da una parte e il decreto dall’altra, non vi è alcuna coerenza.
Centrale è il problema del precariato che, così come impostato nel decreto, non trova soluzione. A settembre avremo tante cattedre vuote e per riaprire le scuole si dovrà ricorrere ancora una volta proprio a quei docenti che non si vuole stabilizzare. In maniera sibillina, poi, si interviene di fatto sull’orario dei docenti trasformando in ordinario ciò che ad oggi è un’attività straordinaria. Non si eliminano i vincoli sulla mobilità, si pasticcia sui concorsi, di fatto non si danno risposte concrete ai problemi delle scuole del nostro Paese.
Mi sembra che, ancorché con modi diversi, con meno arroganza, questo ministro stia attuando le stesse politiche di chi lo ha preceduto.
Questione precariato, reclutamento e DL 73. Cosa proponete di alternativo e come reagite a chi vi accusa di volere una sanatoria che non giova alla qualità della Scuola?
Premettiamo subito che la Uil scuola non vuole nessuna sanatoria.
Riteniamo che chi da anni fa funzionare la scuola italiana abbia acquisito il vero merito sul campo. Crediamo che i docenti con almeno tre anni di servizio, attraverso un percorso di formazione che si dovrà concludere con una prova concorsuale orale, possano essere stabilizzati, in modo tale che a settembre si riesca a coprire alcune decine di migliaia di posti vacanti. Si tratta di salvaguardare il lavoro dei precari ma anche di garantire personale di ruolo in cattedra a settembre tutelando in primis il diritto allo studio degli alunni.
Mobilità. Il DL 73 come il 126 nel 2019 sulla questione dei vincoli nella mobilità vi espropria in una materia da anni contrattualizzata, imponendo nuovi vincoli. Cosa proponete soprattutto per i vincoli imposti ai neo immessi in ruolo Docenti e DSGA?
La Uil da due anni chiede la riapertura del CCNI sulla mobilità per decidere in modo pattizio sull’abolizione dei vincoli alla mobilità.
L’art. 2 comma 2 del Testo Unico sul pubblico impiego – che ha abrogato la legge Brunetta – ha restituito pari dignità al contratto rispetto alla legge.
Di fatto , con il Decreto Sostegni bis, si passa da un vincolo quinquennale ad uno triennale e non si risolve il problema.
Il comma 4 dell’art. 1 del CCNI sulla mobilità prevede che il contratto si possa riaprire anche su richiesta di uno solo dei firmatari. Lo scorso anno lo abbiamo fatto da soli come Uil, quest’anno unitariamente, ma non c’è stato nessun riscontro da parte dell’amministrazione.
Noi vogliamo completamente abolire i vincoli perché riteniamo sia giusto che le persone possano muoversi secondo i propri punteggi e avvicinarsi alle loro famiglie.
I costi per vivere fuori casa sono insostenibili, lo stipendio a volte non è sufficiente per sopravvivere.
Riteniamo tutto questo un accanimento ingiustificato soprattutto al tempo del covid.
Ci può illustrare i contenuti del documento che ha consegnato al Prefetto sui problemi della Scuola Campana , secondo il suo parere restano gli stessi (dall’ integrazione alla dispersione, dagli organici Docenti e ATA all’edilizia) o vede un miglioramento?
Al Prefetto abbiamo illustrato quelli che sono state le rivendicazioni alla base della protesta affinché si possa fare portavoce con le istituzioni.
I problemi delle scuole campane sono tanti. Abbiamo organici – docenti ed ATA – insufficienti, classi con troppi alunni nonostante la denatalità e questo non aiuta né l’accoglienza, né l’integrazione, né risolve il problema della dispersione ancora molto preoccupante nella nostra regione, edifici scolastici inadeguati, segreterie al collasso, meno tempo pieno rispetto alle esigenze delle famiglie, precari che a breve saranno come ogni anno disoccupati senza nessuna speranza di essere stabilizzati, Facenti funzione DSGA che verranno ancora una volta “usati e gettati” fino al prossimo settembre, 70 scuole autonome per le quali non si prospetta l’assegnazione di un Dirigente Scolastico e di un DSGA, discriminazioni tra i lavoratori dello stesso profilo, ancora centinaia di docenti “esiliati” fuori regione che non riescono a rientrare nelle loro città.
Attraverso il nostro documento e la nostra manifestazione abbiamo voluto dare voce a chi la scuola la vive e la fa ogni giorno.
Siamo un sindacato da sempre vicino ai lavoratori. Ci appelliamo ai tanti politici della nostra regione affinchè dimostrino di avere veramente a cuore le sorti delle scuole campane.
È tempo di dare risposte ai docenti, al personale ATA, ai Dirigenti Scolastici, agli alunni e alle loro famiglie, noi ci siamo e saremo sempre a fianco di chi ci dimostra quotidianamente la sua fiducia.
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