Ci risiamo. Dopo la legge 107 un decreto che, sia pure prevedendo 70000 assunzioni, lascerà scontenti tutti. E’ paradossale che un provvedimento immetta nei ruoli migliaia di docenti ma che tutti non vedano riconosciuti diritti e aspettative. E le contestazioni da più parti fioccano su media e social. Siamo ormai al “tutti contro tutti” che una legge così come scritta determina non tenendo conto che improvvisamente vengono cambiate le regole del gioco. E’ successo per il concorso ordinario 2016, continua con le prossime immissioni in ruolo.
Dal patto per la scuola al decreto le distonìe sono rilevanti e molteplici, viaggiano su binari e programmi diversi e vediamo perché. Ai concorsi vengono sottratti tutti i posti – 33000 secondaria, 12863 primaria, 32000 abilitante – vi si rideterminano le prove di esame con semplificazioni di tipo nozionistico con quiz di informatica, si discernono i candidati: parte di essi, i più fortunati troveranno allocazione nei ruoli, altri sosterranno nuove prove nei concorsi annuali a partire dal prossimo anno scolastico mentre si bandisce un concorso veloce sulle sole quattro discipline tecnologiche.
Ai ruoli si dà peso, come prevedibilmente ci si aspettava, al servizio ma non si considerano ugualmente rilevanti i titoli di specializzazione acquisiti con corsi universitari. Si danno molteplici occasioni ai docenti che hanno partecipato a più selezioni mentre gli ultimi dovranno aspettare i prossimi bandi e non sarà servito a niente investire su una preparazione ormai inutile.
La soluzione è semplice come l’uovo di Colombo per garantire diritti a tutti: espungere la condizione contestuale dei tre anni di servizio ed attingere da tutte le graduatorie concorsuali, ad esaurimento e provinciali secondo l’attuale posizione in graduatoria, tanto il servizio prestato già determina per gli aspiranti un punteggio più consistente.
E il limite del diritto alle assunzioni deve riferirsi a precise scadenze di graduatorie già consolidate. Dal PNRR devono derivare, da subito, risorse per i futuri concorsi per ampliare gli organici e per prevedere il ricambio generazionale dei 20000 pensionamenti annui perché il problema del reclutamento riguarderà anche l’a.s. 2022/23 a seguire.
I contratti da stipulare saranno “temporanei” del tipo concorsi FIT e vedranno la trasformazione in ruolo solo dopo un anno di formazione – non è esplicata in quale contesto e con quali istituzioni – che si concluderà con un esame finale davanti ad una commissione esterna. Non c’è possibilità di chiedere mobilità annuale e di partecipare ad ulteriori concorsi in caso di non superamento delle prove: forse si tende a eliminare l’organico di fatto? Sarebbe ora portando in organico di diritto tutti i posti annualmente disponibili!
I tempi sono strettissimi, la confusione è sicura, le contestazioni si moltiplicano ed i pasticci dietro un angolo, per un testo che non ha coinvolto esperti della categoria mentre corrisponde ad un testo politico che pure registra critiche da parte di sinistra e destra della maggioranza. Associazioni, studenti, genitori e di famiglie attendono risposte concrete a continuità, professionalità, specializzazione.
Si fa in tempo ad acquisire proposte e pareri per migliorare le prospettive di investimento, in linea con il patto per la scuola, per garantire diritti a tutti. Il sindacato ha le idee molto chiare sulla scuola, la politica non ancora.
Carmela Mongelli
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