Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ieri si è recato all’ospedale dove è stata soccorsa Elisabetta Condò, la docente di 51 anni che ieri, 29 maggio, è stata accoltellata da uno studente di 16 anni in classe, ha rilasciato nuove dichiarazioni sull’accaduto.
Intervistato da Il Corriere della Sera, il capo del dicastero di Viale Trastevere ha risposto coloro che hanno fatto il paragone con quanto avvenuto ieri e le frequenti aggressioni e sparatorie nelle scuole statunitensi. “Ad Abbiategrasso è avvenuto un fatto particolarmente inquietante. Ma fortunatamente non siamo a quei livelli: non vedo una diffusione di episodi simili a quelli di cui leggiamo nelle cronache dagli Stati Uniti. C’è però nelle scuole un duplice problema: quello di un aumento del disagio psicologico degli adolescenti e quello dell’aumento degli episodi di bullismo, anche contro i professori”, ha detto.
“L’esperienza del Covid ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti. Gli uffici scolastici regionali ci hanno comunicato che dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati circa cinque casi al mese. Dove vi è stata richiesta, abbiamo già disposto la difesa legale da parte dell’avvocatura dello stato. Tutto questo ci deve far riflettere”, ha aggiunto dando in parte la colpa di questa escalation di violenza all’esperienza, traumatica, della pandemia.
“Occorre innanzitutto ricreare nelle scuole un clima di serenità, per valorizzare quella comunità educante che è impegnata ogni giorno a sostenere e sviluppare i talenti di ogni ragazzo, facendo particolare attenzione alla personalità del singolo, perché viva il suo processo di crescita senza che questo generi ansie o, peggio ancora, situazioni drammatiche. Sul tema del disagio psichico degli adolescenti soprattutto credo che debbano essere introdotte anche forme di aiuto psicologico per gli studenti che manifestino particolare disagio”, ha aggiunto ribadendo l’esigenza di introdurre, e non in modo sporadico, una figura che possa dare sostegno psicologico ai ragazzi. Occorre pensare ad un supporto psicologico strutturato sul territorio che sia al servizio delle scuole quando ne hanno necessità”, ha proseguito.
Valditara ha concluso raccontando cosa ha detto alla docente quando è andato visitarla: “Era provata. Le ho espresso solidarietà e vicinanza da parte mia e dello Stato e apprezzamento per la serietà e la professionalità con cui ha affrontato nei mesi passati questo caso così problematico nella sua classe. Ora c’è un’indagine giudiziaria in corso”.
Il ragazzo, ora ricoverato in neuropsichiatria, ha compiuto il gesto, ha riferito una compagna di classe, dopo che la docente gli aveva annunciato: “a breve ti interrogo in storia per recuperare l’insufficienza“. Il giovane prima sembra che abbia mormorato “mi dispiace”, poi l’ha colpita. La prof, che ha lamentato anche un colpo alla testa, si sarebbe rifugiata in bagno, per poi essere condotta in ospedale, dove le è stata assegnata una prognosi di 35 giorni.
Come riporta Il Corriere della Sera, il primo a soccorrere la docente è stato il vicepreside Davide Rondena. “Elisabetta è una docente a tutto tondo. Presente coi ragazzi e presente anche nel modo del lavoro, interessata alle sue tematiche” racconta, ricordando gli attimi di grande panico: “Il ragazzo che l’ha aggredita io lo definirei un insospettabile. Tant’è che lei stessa, all’inizio non si è resa conto di essere stata accoltellata. Pensava che le fosse caduto addosso qualcosa dal soffitto ed era preoccupata per il braccio perché perdeva molto sangue. L’infermeria era troppo lontana, ho cercare di fermare l’emorragia con una cintura come laccio emostatico e una felpa”.
A prestare soccorso anche Marco Marelli, docente dell’Alessandrini e sindaco di Morimondo. “Una bidella urlava: ‘La pistola, ha una pistola’. Sono salito a vedere. L’aula era aperta e c’era una scia di gocce di sangue che arrivava fino al locale dove la collega si era rifugiata. Dentro c’erano due colleghi che la stavano soccorrendo. Mi sono affacciato all’aula dove c’era il ragazzo, ma era accucciato a terra e vicino c’erano i carabinieri che nel frattempo erano arrivati”.
La Repubblica scrive che poco prima dell’aggressione era appena iniziata una prova di italiano sui Promessi sposi, con gli studenti divisi in gruppi. La docente aveva detto all’alunno che la colpirà che lo avrebbe interrogato più tardi. Gli ha chiesto anche se voglia scusarsi per il comportamento dei giorni precedenti, dello spray maleodorante spruzzato più volte in classe, che ha costretto a interrompere le lezioni e addirittura a cercare una nuova aula. O delle lavagne elettroniche che spegneva nel mezzo delle spiegazioni. Lui ha risposto di no. Eppure i suoi comportamenti avevano portato a cinque note, l’ultima pochi giorni fa. I suoi genitori, oggi, dovevano presentarsi a scuola. “Non avevamo segnali di questa gravità – spiega il preside Michele Raffaeli – Ma li avevo convocati per motivi didattici”.
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