L’episodio di Scanzano ribalta quasi completamente la “narrazione” sul tema della violenza a scuola a cui siamo stati fin qui abituati.
Fino ad ora, infatti, abbiamo parlato quasi sempre di bullismo e di ragazzi violenti, in alcune circostante abbiamo dovuto leggere notizie di genitori che aggrediscono l’insegnante del proprio figlio.
Tutti fatti che potevano essere affrontati – secondo il Ministro – o usando regole più severe nei confronti degli studenti o con misure, anche di natura penale, nei confronti dei genitori (la legge 25 del marzo scorso prevede proprio questo).
Ma questa volta siamo di fronte ad una situazione del tutto diversa; non si può neppure dire che “si è alzato il livello dello scontro”, come qualcuno ha commentato: dalle notizie che abbiamo a Scanzano non c’era nessuno scontro in atto, piuttosto c’è stata una vera e propria “spedizione punitiva” di un bel numero di famiglie contro una docente.
Tanto che lo stesso ministro Valditara non chiama in causa il “patto di corresponsabilità educativa” ed è costretto ad ammettere che siamo di fronte “all’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”.
Come da prassi è stata disposta una ispezione ministeriale, che potrebbe fornire qualche elemento in più rispetto all’inchiesta giudiziaria che già è stata avviata dalla Procura.
Peraltro va detto che i fatti si sono verificati nella mattinata di giovedì 14 ma sono diventati “notizia” solo nella giornata di sabato 16.
Il commento del Ministro evidenzia un decisivo cambio di paradigma perché per la prima volta si parla apertamente di “imbarbarimento” (la sottosegretaria Paola Frassinetti si limita a parlare di “episodio di tensione”).
Preoccupa il richiamo alla necessità di recuperare i valori della civile convivenza perché non vorremmo che tutto si risolvesse con il consueto, stanco, richiamo alla importanza della funzione della educativa della scuola.
Per evitare equivoci, chiariamo un punto: è giusto lavorare per recuperare i valori della convivenza civile purché, però, non si concluda ancora una volta scaricando ogni responsabilità sulla scuola, sui docenti e sugli operatori scolastici.
Lo stesso “voto di condotta” (lo abbiamo detto e scritto più volte) può avere una funzione educativa (modesta a parere di chi scrive) ma non può certamente servire a combattere la violenza che sembra connotare sempre di più le relazioni sociali.
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