Proprio nel corso della Giornata Mondiale dell’Insegnante, lo scorso 5 ottobre, giorno in cui si dovrebbero celebrare i docenti, si è consumata una grave aggressione ai danni di un docente in Calabria, a Cosenza. Qui un insegnante di scuola primaria è stato picchiato prima dalla madre di un alunno e poi dal padre, nell’atrio della scuola. Lo riporta Il Corriere della Calabria.
I genitori hanno ferito il docente al volto e al corpo. L’insegnante è stato costretto a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. La prognosi è di sette giorni. Non si conoscono al momento i motivi, se mai ce ne fossero, alla base dell’aggressione.
“Un episodio grave – ha affermato il dirigente scolastico –, che fa rabbia, ecco perché ci siamo schierati immediatamente, come corpo docenti, dalla parte del professore a cui esprimiamo la massima e non retorica solidarietà. Da tempo nella scuola si assiste a un cambiamento antropologico del rapporto genitori-figli nella maggior parte dei casi la funzione educativa viene abbandonata. L’educazione, prima ancora che nelle scuole, si fa nelle famiglie e oggi ci tocca riscontrare purtroppo che tutto ciò è stato messo da parte”.
“Inaccettabile la violenza nei confronti del maestro che, aggredito dai genitori di un alunno, ha subito numerose ferite fisiche ma, senza dubbio, profonde cicatrici emotive; l’episodio è di una gravità senza precedenti e mette in evidenza un problema profondo che affligge il nostro sistema scolastico. È difficile trovare le parole per esprimere quanto sia vergognoso e inaccettabile un gesto del genere che va oltre la violenza fisica rappresentando un attacco all’istituzione stessa, un affronto ai valori di civiltà e di convivenza che dovrebbero permeare la nostra società. L’aggressione subita dal docente rappresenta una sconfitta per tutti coloro che credono nell’educazione come strumento di crescita e sviluppo, perché i docenti sono i veri protagonisti del processo educativo e sono coloro che dedicano la loro vita alla formazione delle giovani menti ed al futuro della nostra società. Essi non solo forniscono una formazione di qualità, ma spesso diventano anche punti di riferimento educativi per gli studenti. Pertanto, non possiamo rimanere in silenzio davanti a un evento così riprovevole e offensivo, che mette in discussione i principi fondanti della nostra società gettando ombre sull’universo scolastico. Quando un insegnante diventa vittima di violenza – prosegue Princi -, è doveroso stigmatizzare l’accaduto e offrire solidarietà e vicinanza alla vittima ed è fondamentale che le istituzioni tutte si uniscano e manifestino il proprio sostegno perché la violenza non deve avere posto nel nostro sistema scolastico, né nella nostra società. L’episodio di Cosenza evidenzia una crisi generalizzata nel rapporto tra genitori e scuola, mettendo in luce una mancanza di comunicazione e comprensione, con famiglie che purtroppo è sempre più difficile raggiungere e coinvolgere nel processo educativo dei propri figli: è necessario favorire il dialogo tra scuola, famiglia e studenti, perché solo così potremo ottenere una società più coesa, aperta e giusta”. Così la vice presidente della Giunta regionale con delega all’istruzione, Giusi Princi.
“L’aggressione subita dall’insegnante dai genitori di un alunno è un fatto gravissimo che condanno con forza. All’insegnante, alla sua famiglia ed alla scuola esprimo sentimenti di profonda solidarietà e vicinanza. Ai docenti – ha detto il sindaco di Cosenza, come riporta La Gazzetta del Sud, – è affidato il compito alto e nobile di educare e di formare le coscienze dei nostri figli, che saranno classi dirigenti del futuro. Un compito arduo, difficile e complesso che viene portato avanti in un sistema educativo, quello italiano, che sta attraversando momenti di grandi criticità e di depotenziamento, che lo rende ancor più faticoso e problematico e per questo ancor più encomiabile e lodevole. La famiglia è, però, un’agenzia educativa primaria in cui i bambini costruiscono la propria identità basata su determinati valori e principi. In questo contesto è indiscutibile che scuola e famiglia devono collaborare ed interagire per portare avanti, insieme, il ruolo primario di educazione e formazione delle nuove generazioni”.
La scuola dove lavora il docente ha inserito nel proprio sito ufficiale una nota in cui ha espresso solidarietà nei suoi confronti, firmata dai suoi colleghi, dal personale e dal dirigente. Eccone il contenuto: “Il maestro si dedica con cura e professionalità alla crescita dei bambini e delle bambine del nostro Istituto e li accoglie ogni giorno nel plesso dello Spirito Santo con disponibilità e passione per aiutarli nel loro percorso di sviluppo umano e culturale, rispettandoli sempre nella loro integrità e fornendo loro occasioni di apprendimento ed esperienze formative ed educative. E’ lo stile della nostra scuola, è lo stile del maestro: sempre disponibili al dialogo e in costante ascolto dei bisogni e delle esigenze di alunni e genitori anche se tutto ciò spesso alcune famiglie lo dimenticano. Ieri, proprio nella Giornata mondiale degli insegnanti, festa creata nel 1994 dall’UNESCO, è stato aggredito da un genitore, che gli ha provocato ferite giudicate dal Pronto Soccorso guaribili in sette giorni: un episodio gravissimo e vergognoso. Il maestro non è perfetto, come non lo è nessuno, ma quanto avvenuto non è giustificabile da niente, semplicemente non doveva avvenire. Fare scuola oggi – continua la nota – è molto complicato: ogni giorno è come se dovessimo esercitare una sorta di contrappeso rispetto a quanto avviene fuori dalle mura scolastiche, nella città e nelle famiglie: se nelle aule insegniamo rispetto per le persone e per il mondo, fuori molte famiglie hanno rinunciato a svolgere la loro funzione educativa, sostenute in questo da un clima culturale che favorisce l’arroganza e la prevaricazione alla collaborazione e al dialogo fra adulti civili, se noi ci sforziamo di combattere tutte le forme di bullismo fra i ragazzi, poi ci ritroviamo, come ieri, genitori che sono capaci di fare peggio. Un inferno. E allora esprimendo massima solidarietà al maestro, ripartiremo dalle tantissime manifestazioni di vicinanza indirizzate a lui e alla scuola da parte di molti genitori e famiglie del quartiere che, come noi, non vogliono arrendersi a quest’inferno. Il nostro compito continuerà ad essere quello di cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
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