Personale

Docente aggredito dalla madre di una studentessa bocciata, la donna dovrà pagare 2.625 euro: la Procura aveva chiesto sei mesi di reclusione

Nel 2023 sono state 133 le denunce presentate da insegnanti seguito di aggressioni o violenze di vario genere subite a scuola. Una di queste ha riguardato un docente di un liceo scientifico di Terlizzi, in provincia di Bari, contro cui, lo scorso mese di giugno, appena pubblicati gli esiti degli scrutini di fine anno scolastico, si era scagliata la madre di una sua studentessa: una donna di mezza età lo aveva aggredito perché ritenuto responsabile della bocciatura della figlia. Adesso, il giudice per l’udienza preliminare ha condannato la donna al pagamento di 2.625 euro, dopo che la Procura aveva chiesto sei mesi di reclusione.

La notizia è stata resa pubblica dal sindacato Snasl-Confsal Puglia, secondo cui il giudice ha rilevato che “la 46enne ha usato violenza e minaccia nei confronti del docente offendendone l’onore con parole ed espressioni volgari riferite a lui e alla scuola, dapprima per telefono e poi all’interno dell’Istituto alla presenza di più persone”.

Le reazioni

“È una grande soddisfazione vedere una giustizia rapida ed efficiente ed è la prova che il protocollo sta producendo i suoi effetti”, ha detto Antonio Maria La Scala, responsabile del progetto per l’associazione che ha assistito il docente vittima dell’aggressione.

Secondo il sindacato autonomo la decisione del Giudice dell’udienza preliminare, seppure non definitiva, è “il primo risultato concreto dell’intesa siglata con l’associazione Gens Nova per prevenire e contrastare episodi di violenza contro il personale della scuola”.

Vito Masciale, segretario dello Snals-Confsal Puglia ricorda che il sindacato “ha messo a punto un pacchetto di azioni per far fronte alle necessità di una scuola che grida giustizia e pretende di essere trattata con dignità”.

E’ bene precisare che per il momento la donna accusata dell’aggressione è stata solamente condannata a pagare una sanzione pecuniaria allo Stato e che quello emesso è solamente un “decreto penale di condanna”, il quale potrebbe essere anche impugnato dalla donna: in tal caso si aprirebbe un dibattimento, che potrebbe confermare ma anche ribaltare la decisione del giudice per l’udienza preliminare.

La nuove norme che inaspriscono le pene

Come abbiamo avuto modo di scrivere, nella Gazzetta Ufficiale del 16 ottobre, è stata pubblicata la legge n. 150 in materia di “Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati”. Il provvedimento è entrato in vigore lo scorso 31 ottobre.

Tra le misure introdotte figura la multa da 500 a 10mila euro per gli aggredisce docenti e personale. Con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, verrà sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa.

Inoltre è stata pubblicata a marzo in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 25 del 4 marzo 2024, recante “Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico“.

L’art. 1 prevede l’istituzione con apposito decreto di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, con compiti di monitoraggio, studio, informazione e sensibilizzazione.

L’art. 2 riguarda la promozione dell’informazione da parte del Ministero, mentre l’art. 3 istituisce la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, che si celebrerà il 15 dicembre di ogni anno. Gli articoli dal 4 al 6 intervengono sul codice penale.

Alessandro Giuliani

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