Ha riportato 30 giorni di prognosi il vicepreside della scuola secondaria di I grado ‘L.Murialdo’ di Foggia colpito sabato scorso alla testa e all’addome da pugni dati dal genitore di un alunno che il giorno prima era stato rimproverato.
L’uomo si sarebbe scagliato contro il professor Pasquale Diana, colpendolo, tra l’altro, con un pugno al volto. Il docente ha subito traumi all’addome e al volto.
Poco dopo l’uomo si è scusato tramite il suo avvocato e fa sapere di essere pentito.
“Il mio assistito – ha dichiarato l’avvocato, Antonietta de Carlo – è pentito e chiede scusa a tutti. Non aveva intenzione di colpire il professore; non sa cosa gli sia accaduto”. “E’ profondamente pentito – conclude – e per questo chiede scusa a tutti. E lo faremo anche ufficialmente con una lettera”.
Pubblichiamo, inoltre, il comunicato redatto dai rappresentanti dei genitori della scuola “L. Murialdo”
Sabato 10 febbraio 2018, alle ore 8.30, come di consueto, è suonata la campanella per dare inizio ad una mattinata scolastica che sarebbe dovuta essere serena e tranquilla, come ogni giorno nella Scuola Secondaria di Primo Grado “L. Murialdo” di Foggia. Purtroppo, però, così non è stato, in quanto l’ordinario clima calmo e accogliente è stato rotto dall’aggressione di un genitore che, dopo aver violentemente superato la vigilanza dei collaboratori scolastici, si è fiondato sul vicepreside, aggredendolo brutalmente sotto gli occhi del figlio e di altri alunni, senza manifestare alcuna disponibilità al dialogo e al confronto.
Tutto ciò merita una riflessione e, come genitori, dobbiamo porci necessariamente alcune domande. È possibile che un docente non possa fare un rimprovero verbale ad un alunno senza rischiare di finire in ospedale? Dove è finito il ruolo educativo proprio della scuola se non piò neanche far rispettare le regole che sono alla base del buon vivere civile? Dove è finita la collaborazione ed il bel rapporto educativo e didattico che prima esisteva fra genitori e scuola? È mai possibile che un docente non si possa sentire più al sicuro nel suo posto di lavoro? Che esempio è stato questo genitore al proprio figlio e a tutti gli altri alunni? Che insegnamento ha trasmesso? Che con la violenza si ottiene tutto?
Noi genitori non possiamo continuare a cadere nel tranello della facile giustificazione dei nostri figli e della altrettanto facile colpevolizzazione degli insegnanti. Noi genitori abbiamo il dovere di lavorare a stretto contatto con la scuola, alla quale affidiamo la formazione dei nostri figli, in un percorso di collaborazione e cooperazione, perché siamo tutti accomunati da uno stesso scopo: formare veri uomini rispettosi e degni di poter far parte della società civile, di diventare cittadini del mondo.
La cosa che fa più male di questo episodio è la rabbia riversata nei confronti di un uomo che, mettendo sempre in pratica i suoi nobili valori morali, svolge il suo lavoro sempre nel rispetto del prossimo e nella massima attenzione agli insegnamenti pedagogici ed educativi, riversando nel suo lavoro dedizione, passione e professionalità.
A nome dei genitori della scuola “L. Murialdo”, quindi, manifestiamo a gran voce, con stima e affetto, la nostra solidarietà nei confronti del docente e di tutto il personale della scuola. Prendiamo le distanze dall’atteggiamento disumano e violento di questo genitore che non solo non ha avuto alcun rispetto nei confronti del professore in quanto persona ed educatore, ma non ha neanche considerato né rispettato il ruolo dell’istituzione scolastica in quanto agenzia formativa ed educativa.
Tutti noi confidiamo nella Giustizia, augurandoci che rinasca nella società civile il giusto rispetto per le istituzioni.
I rappresentanti dei genitori del consiglio di istituto
della Scuola Secondaria di Primo Grado
“L. Murialdo” – Foggia
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