Una brutta vicenda quella che coinvolge un professore di diritto ed economia dell’Istituto Majorana di Bari, Vincenzo Amorese, che ha denunciato di essere stato picchiato scuola da parte di due estranei che hanno fatto irruzione nell’edificio per vendicare una ragazza, alla quale il docente ha messo una nota. Questa, almeno, è la versione dell’insegnante: a detta della dirigente scolastica Amorese non sarebbe la vittima, anzi. Quest’ultimo si sarebbe comportato in modo ambiguo nei confronti di alcune alunne.
A fare il punto della situazione, che ha assunto dei contorni davvero torbidi, ci ha pensato il programma televisivo Ore 14, in onda oggi, 6 ottobre, nel primo pomeriggio di Rai2. Il rotocalco ha dato voce dapprima ad alcuni studenti della scuola, poi alla dirigente scolastica, che ha aggiunto ulteriori dettagli, e poi al docente in questione.
Sembra che le accuse della preside nei confronti del professore abbiano un fondamento. Molti ragazzi e molte ragazze hanno effettivamente giudicato negativamente l’atteggiamento del docente. Uno studente, cercando di ricostruire i fatti, ha parlato di una nota giunta dopo che una ragazza, arrivata in ritardo, ha risposto male al professore, dicendo di “essere appena arrivata”.
Dopo qualche ora si sarebbero presentati a scuola degli uomini a difesa della studentessa, che avrebbero intimidito il docente con toni minacciosi: “Professore non ti permettere mai più di fare qualcosa del genere”, avrebbero detto.
Una studentessa, però, afferma di non pensare che l’aggressione sia arrivata dopo la nota. A farle eco altre compagne, che hanno confermato la versione della preside, parlando di occhiate fuori luogo.
La dirigente scolastica Paola Petruzzelli ha detto la sua: “Ho ascoltato diverse alunne, anche docenti. Ciò che è emerso è molto diverso dalle dichiarazioni del prof. Le ragazze hanno raccontato che questo ha avuto un comportamento poco consono. Ho rimproverato i ragazzi dicendo che avrebbero dovuto informarmi subito, anche perché non faccio parte di quella categoria di dirigenti che mette la testa sotto la sabbia e che non avrebbero dovuto farsi giustizia da soli. Quello che mi hanno raccontato, credetemi, è veramente diverso”.
“Il professore è da noi soltanto in assegnazione provvisoria, arriva dalla provincia di Brescia. Proprio oggi ho chiesto l’incartamento alla scuola di provenienza e poi manderemo tutti i documenti all’ufficio scolastico regionale”.
“Che mi risulti il professore è stato strattonato. I ragazzi che lo hanno aggredito sono stati fermati all’ingresso ma loro hanno spinto chi sorvegliava. La ragazza aveva avvisato il fidanzato, il quale ha chiamato due amici che tra l’altro non sono neanche adulti, sono ragazzi anche loro. Era una cosa che poteva succedere un po’ ovunque, in qualsiasi quartiere. A me dispiace molto perché siamo l’unica scuola superiore di Bari in questo quartiere, non è mai successo niente del genere. Mi amareggia molto quello che il professore ha dichiarato”, ha concluso la preside.
Di fronte a queste dichiarazioni il docente ha risposto con rabbia: “Mettere la nota non è consono? Quali atti osceni avrei compiuto? Quali atti non consoni alla mia funzione docente? Quali sono le prove? Su quali assurdi appigli si vanno ad aggrappare per aver mosso queste denunce qui? Atti osceni? Non c’è cosa più lontana dalla verità, impossibile per un tipo come me, che sono stato solo due settimane in quella scuola. Ho solo svolto la mia funzione di docente. Anche perché con un’utenza di quella risma è impossibile calcare la mano più di tanto. Non sono ricettivi, sono abituati a fare letteralmente i cavoli loro in una scuola dove vige l’anarchia con atteggiamenti da parte degli alunni di tipo delinquenziale, mafioso”.
“Più che assumere un minimo di fermezza e di autorevolezza per ricondurre all’ordine e fare il mio lavoro e usare i mezzi che la legge mi mette a disposizione come docente non posso fare e non ho fatto. Il mio è stato un comportamento da docente ridotto al minimo sindacale per quell’utenza. Non so da dove possono nascere queste accuse. Questa situazione mi sta facendo venire la depressione dopo 17 anni di onorato servizio al Nord. Io in quella scuola non ci metto più piede”.
“Chi mi ha aggredito aveva circa 30-40 anni. Ho chiesto l’assegnazione provvisoria per ricongiungimento familiare con mio figlio gravemente disabile. Il mio comportamento è stato adeguato all’utenza. La ragazza si è rivolta con me in dialetto, intimando poi alla classe di non seguire più la lezione”, ha detto nel corso della puntata del programma.
“Sono abituata ad agire sulla base dei fatti. Devo guardare tutti i documenti. Vorrei farvi riflettere su una cosa. Non ho avuto lamentele in quella scuola su altri docenti. Anche questo è un aspetto da approfondire. I miei alunni non sono mafiosi, sono ragazzi come tanti. Forse un po’ più abituati alla praticità. Sono ragazzi tranquilli, che spesso lavorano e mantengono le famiglie”, ha ribattuto la dirigente.
“La ragazza mi ha riferito che dopo l’episodio ha chiamato il suo fidanzato. Quest’ultimo in un momento di rabbia ha preso le sue decisioni. Non posso dire cosa le ha fatto il professore, ci sono delle indagini in corso. Non c’è stato alcun atteggiamento mafioso, solo atteggiamenti tipici di 15enni. Il gesto è comunque assolutamente da condannare. Non sono d’accordo però con ciò che dice l’insegnante”, ha concluso.
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