Su Il Gazzettino c’è spazio per la storia di Giuseppe Falzone, docente della scuola Casteller di Paese, in provincia di Treviso.
L’insegnante ha inviato una lunga lettera alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, dopo l’aggressione subita in classe, prima di Natale, da parte di uno dei suoi studenti.
I genitori dell’alunno erano andati a scuola dopo che il loro figlio aveva raccontato di essere stato rimproverato dal docente che lo aveva richiamato per aver trasgredito il regolamento scolastico. Da qui il colloquio con padre e madre, finito a spinte e ceffoni.
Sul caso sono in corso gli accertamenti dei carabinieri, ma, al momento, c’è anche un procedimento disciplinare nei confronti del professore. Nessuna sanzione, per il momento, per l’alunno.
“Gentile ministro Fedeli, mi sono chiesto, se è ammissibile per buonsenso e messaggio educativo che un docente aggredito, ingiuriato, minacciato e abbandonato a se stesso, debba anche difendersi dal “fuoco amico” di un sistema che dovrebbe tutelare i propri lavoratori e non certo difendere aggressori e mandanti con un incomprensibile silenzio. Mi sono chiesto come mai la parola di minorenni diseducati e le minacce di famiglie aggressive, debbano mettere in discussione la serietà e la professionalità di chi, ogni giorno, lavora per costruire non solo conoscenza e competenza, ma anche le donne e gli uomini di domani”
Il docente svela anche di essere andato in cura da specialisti per superare il periodo di difficoltà, costretto a rielaborare rabbia e sdegno. La lettera del prof contiene anche un appello a difesa degli professore, finiti nel mirino di alunni “diseducati”.
“Signor ministro, con questa mia lettera oltre a portare alla sua attenzione i fatti e appellarmi a un suo intervento specifico, poco modestamente vorrei rassicurare le famiglie che la scuola, quella vera, quella autentica ed educativa, vituperata e costretta alla mediocrità, grida con forza il suo sdegno verso la violenza e l’ignoranza. Se non si introducono urgentemente norme a tutela di quel corpo docente che esprime ancora valori, passione e coerenza in un universo scolastico che si disgrega nei significati profondi, si rischia di minare irreparabilmente le basi del nostro futuro”.
L’escalation di casi di cronaca, con alunni che aggrediscono i loro insegnanti, come avvenuto di recente in provincia di Caserta e nel piacentino, ma anche di genitori che si scagliano contro il corpo docente costringendolo alle cure sanitarie, come accaduto nei giorni scorsi ad Avola, in Sicilia, e a Foggia, si sussegue giorno dopo giorno.
Sabato 17, tre casi: il primo riguarda la vicenda di Valle del Savio, in Emilia Romagna, protagonista un alunno che ha sferrato un pugno in faccia al docente.
Poi la notizia del lancio di una bottiglietta, con ghiaccio, tirata dal docente di educazione fisica di una scuola media di Torino all’alunno, costretto alle cure ospedaliere.
Infine studente di scuola media che usava in classe il proprio cellulare senza seguire la lezione che ha colpito il docente che lo aveva rimproverato.