Un altro caso relativo a docenti assenteisti: stavolta al centro di una vicenda giudiziaria, secondo quanto riporta Il Corriere di Romagna, c’è un’insegnante trentenne, che sarebbe stata assente da scuola per malattia, per ben tre anni, dal 2019 allo scorso aprile.
A quanto pare i certificati medici presentati dalla docente sarebbero stati falsi, prodotti da medici compiacenti. L’insegnante e due medici sono infatti accusati di truffa in concorso ai danni dello Stato. Nel frattempo la donna, in servizio come supplente presso alcuni istituti superiori della Romagna, avrebbe recepito dallo Stato una somma totale di 46mila euro.
Lo scorso marzo si è svolta l’udienza preliminare; i tre hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato a partire dal prossimo dicembre. Nel corso dei tre anni scolastici sarebbero stati presentati ben 34 certificati firmati dai due medici calabresi, come l’insegnante, che di volta in volta hanno diagnosticato e prescritto addirittura terapie salvavita per sindromi da vertigini, distorsioni alla caviglia, ascesso ai denti, lombalgia, per la sindrome di Ménière, fino alla gravissima insufficienza renale cronica. Nel periodo Covid inoltre all’insegnante è stata anche diagnosticata una reazione avversa al vaccino.
Tutte queste patologie le hanno permesso assenze di mesi, grazie ai certificati che andavano da gennaio a maggio per poi riprendere regolarmente nel settembre successivo all’inizio del nuovo anno scolastico. Tutte le prescrizioni cliniche sono state sottoposte dal sostituto procuratore a consulenza tecnica d’ufficio dalla quale è emersa chiaramente che i due professionisti prescrivevano terapie salvavita alla giovane prof senza che vi fosse il requisito della gravità.
Il caso ricorda quello della docente assente per addirittura 20 anni su 24 di servizio destituita per inettitudine: negli unici quattro mesi di fila di insegnamento, i suoi studenti hanno segnalato la sua impreparazione, la casualità nell’assegnazione dei voti, il presentarsi senza libri di testo. Così, gli ispettori ministeriali hanno definito “incompatibili con l’insegnamento” le sue modalità di fare lezione.
“Poiché non esiste – nelle leggi dello Stato italiano – una ‘destituzione non disciplinare’, la professoressa, tecnicamente, non può essere ‘destituita’. La ‘destituzione’ della professoressa è, dunque, una mera, mostruosa ed abnorme, ‘creatura’ partorita nonostante le leggi dello Stato”, questa la difesa della docente dopo giorni di silenzio.
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