Nel bolognese è polemica per la storia di un docente della scuola Salvemini di Casalecchio di Reno, che ha ottenuto la cattedra lo scorso 1 settembre 2016, risultando però sempre assente.
Su Il Corriere di Bologna, infatti, si legge che l’uomo, subito dopo l’assunzione avrebbe usufruito della legge 104 per assistere un parente malato, che avrebbe impedito la presenza del docente a scuola durante l’anno scolastico 2016/2017.
Ma l’insegnante, pochi giorni prima del nuovo anno scolastico, ha avanzato al preside dell’istituto dove è titolare la richiesta di aspettativa di tre anni per fare un dottorato di ricerca online presso un’Università telematica di Malta.
La polemica è servita per il fatto che, non trattandosi di un ateneo che prevede borse di studio, l’aspettativa sarebbe retribuita, anche solo parzialmente.
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Infatti, come si evince dalla legge n. 476/1984 “Norma in materia di borse di studio e dottorato di ricerca nelle Università.”, modificata dalla successiva legge n. 488/2001, in caso di ammissione a corsi di dottorato di ricerca senza borsa di studio, o di rinuncia a questa, l’interessato in aspettativa conserva il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza in godimento da parte dell’amministrazione pubblica presso la quale è instaurato il rapporto di lavoro.
La vicenda, tuttavia, finirà sicuramente davanti ai giudici: infatti, il preside dell’istituto Salvemini, ha deciso di non accettare l’aspettativa del docente, appellandosi ad un passaggio ancora in vigora della riforma Gelmini, che consente al Ds di rifiutare la richieste come queste, in caso di valutazione negativa.
Con questa mossa però il ricorso del docente contro il dirigente sarà scontato, chiamando in causa, purtroppo, ancora una volta, i giudici, che negli ultimi anni lavorano molto per sistemare le questioni scolastiche.
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