Ci sono aggiornamenti sul caso di Maria Cristina Finatti, la docente colpita da pallini provenienti da una pistola ad aria compressa sparati da alcuni alunni ad ottobre 2022 in un istituto superiore di Rovigo, nel bel mezzo della sua lezione.
Come riporta Il Corriere della Sera, alla Finatti è stata proposta una procedura: il mediatore incontrerebbe la professoressa perché, si legge nel testo presentato alla docente, “racconti quanto vissuto e poi partecipi ad un eventuale e successivo incontro di mediazione”.
Gli obiettivi della procedura sono di criterio riparativo. L’autore del reato dovrebbe essere stimolato al confronto con le conseguenze delle sue azioni. La vittima viene contattata, informata, sostenuta non alla fine del processo burocratico, ma lungo tutto il percorso giudiziario, fin dal momento in cui ha subito il reato, essendo messa così nella condizione di conoscere e capire. Per la società, vengono promossi valori e modelli nuovi, volti a superare la contrapposizione ideologica e morale fra reo e vittima.
Cauti gli avvocati della docente: “Andremo a Mestre all’incontro proposto e l’insegnante sarà ascoltata, anche se in linea di massima l’idea è quella di andare avanti con la querela. Se i ragazzi dovessero dimostrare ravvedimento o pentimento, può essere che ritiriamo la querela”.
Il capo del dicastero di Viale Trastevere è intervenuto spesso commentando il grave fatto, annunciando, dopo l’accaduto, la decisione di assicurarare ai docenti aggrediti scuola la difesa da parte dell’Avvocatura di Stato. La docente, a gennaio, qualche mese dopo i fatti, aveva deciso di denunciare l’intera classe.
Poi la promozione, con il nove in condotta, dei ragazzi che hanno sparato alla professoressa, o meglio di colui che ha commesso il fatto e del compagno che ha filmato il tutto, che fa ancora discutere.
Alla fine la questione si è conclusa con l’abbassamento dei voti in condotta per gli studenti, che sono stati comunque ammessi alla classe successiva.
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