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Docente colpito da pistola ad aria compressa, Valditara: “Voto in condotta per ripristinare regole e rispetto”

Sulla questione del docente colpito da pistola ad aria compressa, è intervenuto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha sentito la dirigente scolastica dell’Istituto Romanazzi di Bari.

Il ministro ha dichiarato: “Ho espresso la mia solidarietà alla persona del docente e alla scuola. La vicenda conferma quanto sia urgente affermare il principio che un docente va rispettato in ogni caso e che qualunque offesa o violenza sarà sanzionata in modo efficace.  La cultura delle regole e del rispetto deve partire dalla scuola. La riforma del voto di condotta e dell’istituto della sospensione va proprio in questa direzione. Ora è necessario che il Parlamento la approvi rapidamente. Non casualmente in Consiglio dei Ministri abbiamo previsto la procedura d’urgenza. Non dobbiamo lasciare a casa gli studenti “bulli” ma aiutarli a capire concretamente gli errori fatti e i doveri che discendono dall’appartenere a una comunità”.

“Non denuncio, ma voglio l’espulsione”

A raccontare i fatti è il docente che in un’intervista al Tgr ha dichiarato: “Non denuncio, ma vorrei il massimo della pena a livello scolastico. Vorrei almeno l’espulsione di questi due ragazzi dalla scuola”. Ecco com’è andata la vicenda: “Al cambio dell’ora mi sono seduto alla cattedra e ho visto correre verso di me un ragazzo con una pistola. Me l’ha puntata a mezzo metro e ha sparato questo pallino che, per fortuna, mi ha colpito al petto perché poteva colpirmi anche in un occhio”.

E a Repubblica ha dichiarato: “È un gesto di bullismo: vuol dire io sono più forte di te. In quel momento il ragazzo ti dice ti sto sfidando, conto più di te e non sei più autorevole. Ti posso mettere i piedi in testa. Questa è una società in cui è tutto lecito, così come prendere il cellulare in classe e filmare il docente. Questa volta non è accaduto, ma mi è capitato quando insegnavo in un’altra scuola”.

“È troppo permissiva e c’è poca sicurezza – riferendosi alla scuola. Gli studenti possono portarci dentro qualunque cosa. Saremo costretti a installare i metal detector per non far entrare pistole e coltelli. Pretendo che chi entra debba essere pulito. Tra l’altro pensavo che fosse una pistola vera, solo dopo aver ricevuto il colpo ho visto il cerchietto rosso. Non vorrei che alcuni sdrammatizzino dicendo che è una pistola giocattolo: mi ha fatto male”.

Sara Adorno

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