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Docente colpito dalla testata di un genitore, prognosi di 15 giorni. Solidarietà dalla Lega: perchè colpire un insegnante che fa il suo dovere?

È stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di 15 giorni il docente di matematica di 56 anni aggredito dal padre di uno dei suoi studenti dell’istituto superiore di Villacidro, in provincia di Cagliari. Il fatto si è verificato all’interno dell’istituto alberghiero: il genitore ha colpito con una testata al volto l’insegnante che in mattinata aveva rimproverato il figlio perché chiacchierava durante la lezione.

L’Ansa riporta che “a causa della testata al volto, il docente è caduto a terra. A quel punto aggressore e figlio sono andati via. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Arbus e il 118 che ha trasportato in ospedale il ferito”.

“Al Pronto soccorso, secondo quanto accertato dai militari, è andato anche il genitore dell’alunno, ma i medici lo hanno dimesso senza alcuna prognosi. Adesso i carabinieri stanno valutando di denunciarlo per lesioni, interruzione di pubblico esercizio, violenza e minacce a pubblico ufficiale”.

I deputati leghisti in difesa del prof

Dai parlamentari della Lega Giovanna Miele, componente Commissione Istruzione, e il deputato sardo Dario Giagoni, è giunta “piena solidarietà all’insegnante sardo colpito con una testata al volto dal padre di un suo alunno”.

Secondo i deputati leghisti si tratta di “un episodio inaccettabile, l’ennesima aggressione che non può trovarci indifferenti. Come si può pensare che i nostri docenti subiscano violenze simili per il solo fatto di compiere il loro dovere? La Lega è e sarà sempre dalla loro parte”.

“Lo abbiamo previsto anche con la nostra proposta di legge approvata recentemente alla Camera, a prima firma di Rossano Sasso, in cui rafforziamo le misure a tutela dei nostri insegnanti e di tutto il personale scolastico contro ogni forma di violenza. Garantire maggiore sicurezza nei confronti di chi è tenuto a formare i nostri giovani è fondamentale”.

Il genitore rischia l’arresto

In base a quanto approvato conil cosiddetto Decreto Caivano approvato ad inizio settembre dal Consiglio dei Ministri, in linea teorica il genitore potrebbe davvero rischiare l’arresto immediato, poiché tale reato – violenze, minacce, resistenza a pubblico ufficiale – è stato inserito dal Dl nella lista di quelli per cui è possibile l’arresto facoltativo in flagranza.

A questo proposito, va ricordato che quanto approvato a pagina 186 della Gazzetta Ufficiale, serie Generale del 9 agosto, nel 2019: “Art. 341 -bis (Oltraggio a pubblico ufficiale) . – Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato”.

La norma in vigore è stata approvata con il decreto sicurezza bis, che ha introdotto una “stretta” sui reati commessi verso i pubblici ufficiali, quindi anche verso gli insegnanti e tutto il personale in servizio nella scuola, come una risposta all’escalation di casi di violenza verso gli insegnanti.

Di recente, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha fatto sapere che i casi di violenza verso gli insegnanti in servizio si sono attestati ormai su una media di cinque al mese.

A seguito di questa escalation di casi di violenza, il ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbe costituirsi parte civile per difendere in tribunale il docente colpito in Sardegna da una testata del genitore.

Alessandro Giuliani

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