La notizia era stata diffusa qualche mese fa, quella riguardante le vicissitudini di una docente vittima di revenge porn. Il suo ex compagno, infatti, aveva fatto circolare dei loro video intimi in un gruppo Whatsapp di amici. Le immagini hanno iniziato a circolare fino ad arrivare a un genitore della scuola primaria dove insegnava. A causa dell’opinabile gesto dell’uomo che ha diffuso il materiale privato, la ragazza è stata costretta a dimettersi per la gogna mediatica che stava subendo, spinta soprattutto dalla sua direttrice.
Il fatto era avvenuto nel marzo 2018. Adesso, a distanza di cinque anni, la Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna a 13 mesi per la direttrice, con le accuse di violenza privata e diffamazione e a un anno per una delle mamme che contribuì alla diffusione del materiale.
Secondo quanto riporta Fanpage, ai tempi della diffusione delle immagini, la docente non ha ricevuto supporto all’interno dell’istituto, ma anzi il consiglio scolastico l’aveva sottoposta a una vera e propria gogna a seguito della quale la donna venne invitata a dare le dimissioni, pena un licenziamento con ignominia. “Non troverai lavoro neanche a pulire i cessi di Porta Nuova. Avrai sempre un tatuaggio”, le parole che la direttrice aveva riservato alla docente. In aggiunta, c’è anche un presunto audio in cui la ds chiede aiuto alle altre insegnanti: “Dovete aiutarmi a farla sbagliare, così posso mandarla via. Vi prego, fatemi questo favore. Ce l’ho a morte con lei”.
Non sono mancate le diverse polemiche dal mondo degli internauti. Molta gente ha mostrato solidarietà alla ragazza, sottolineando il fatto che il modo di vivere la propria sessualità non deve intaccare la sfera lavorativa.
A sostenere questa tesi, un gruppo di tantissime donne tra giornaliste, docenti, ricercatrici, politiche, scrittrici, attiviste che hanno deciso di manifestare con una lettera aperta la propria solidarietà alla maestra d’asilo colpita da Revenge Porn.
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