Una notizia molto particolare: una giovane docente di letteratura italiana in Giappone, all’Università di Kyoto, Ida Duretto, ha scoperto una poesia inedita di Eugenio Montale, risalente al 1975. Come riporta La Stampa, il componimento è stato battuto a macchina sul retro di una traduzione di Yeats.
Come annunciato alla fine di ottobre dalla Scuola Normale Superiore di Parigi, il testo è stato rinvenuto tra le carte del poeta conservate al Centro Manoscritti dell’Università di Pavia. Ida Duretto ha scoperto la poesia, dedicata al dibattito ambientalista sull’Hotel Fuenti, uno dei più noti e discussi ecomostri della storia italiana, durante le sue ricerche per l’edizione del commento agli “Altri versi” e lo ha pubblicato sul terzo fascicolo dei “Quaderni montaliani” uscito questo novembre.
Il termine “ecomostro”, peraltro, venne coniato da Legambiente proprio in riferimento all’Hotel Fuenti. Ecco il testo della poesia:
“Pare che prima o poi
anzi prima che poi
sugli Aliscampi che splendono
tra Amalfi e Vietri si vedranno enormi
grattacieli e già sorge dalla cintola insù
l’intellighenzia, con suoi alti piati.
Ma saranno sprecati; grattare il cielo
è ciò che resta a chi non creda più
che un cielo esista”.
Il componimento presenta diverse stesure: nelle prime compare il nome di Elena Croce, la figlia del filosofo Benedetto, scrittrice e ambientalista (così si legge nella prima versione: “Elena vorrebbe che mi opponessi / con tutte le mie forze all’imminente / scomparsa della splendida costiera / da Amalfi a Vietri dove già sorge un grattacielo / e altri ne seguiranno / Sorgono grattacieli / tra Amalfi e Vietri, un reputato / Eden e la cara Elena / vorrebbe io sorgessi / dalla cintola in su come un Demostene / per ordinarne la demolizione. / Anche negli Aliscampi che congiungono / Amalfi a Vietri incombono e anzi / Tra Amalfi e Vietri”).
Il testo affronta criticamente la costruzione del cosiddetto “Mostro di Fuenti”, un enorme edificio abusivo costruito in località Fuenti a Vietri sul Mare, sulla Costiera Amalfitana, negli anni Settanta. L’hotel fu al centro di un’accesa discussione che toccò i temi della tutela dell’ambiente naturale: Elena Croce aveva probabilmente tentato di coinvolgere Montale nel progetto di una proposta di legge sulla tutela dei beni culturali proprio in seguito alla costruzione dell’albergo. Montale, peraltro, aveva già preso posizione contro l’Hotel Fuenti, assieme ad altri intellettuali dell’epoca come Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Indro Montanelli, Mario Soldati, Franco Zeffirelli.
Come ha spiegato in un’intervista pubblicata sul canale YouTube Tokyo Current, la docente ama ciò che insegna: “Insegnare letteratura italiana in Giappone è molto stimolante, è sempre interessante come i testi classici possano appassionare lettori lontani nel tempo e nello spazio. Cerco di trasmettere la mia passione per la letteratura in classe oltre alle nozioni. Leggiamo Dante, Montale, Pasolini. Gli studenti rispondono con molto interesse, soprattutto nei confronti del lessico e della musicalità del verso”, ha detto.
Lo scorso maggio si è aperto un dibattito in merito all’insegnamento della letteratura italiana scuola, aperto dalla scrittrice Susanna Tamaro. “Cambierei completamente l’insegnamento della letteratura italiana a scuola, quella è una cosa vergognosa. Basta con Verga, non ne possiamo più”, queste le sue forti affermazioni.
“Come si fa a fare appassionare i ragazzi alla lettura con Verga? Ai ragazzi bisogna far leggere cose che fanno loro eco dentro. Cose moderne, contemporanee o no ma che sono adatte per i ragazzi. Non si può far leggere Verga, lo odiavo già io alle medie. Basta”, questo l’appello della scrittrice di Va’ dove ti porta il cuore, che, scherzando ha proposto di essere lei l’oggetto di lezioni di letteratura, sostituendo i grandi classici.
“La scuola ti disgusta alla letteratura, la odi ferocemente, odi fare Dante, cose difficilissime che già alla mia età erano incomprensibili. Io ho odiato leggere da bambina, capisco perfettamente. Negli anni Sessanta c’erano libri noiosissimi”, ha concluso.
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