La vicenda della professoressa Dell’Aria di Palermo è arrivata anche alla Camera: mercoledì 29 la ministra Lucia Azzolina, nel corso del question time, ha risposto ad una interrogazione del deputato Nicola Fratoianni (LEU).
La Ministra ha parlato chiaramente di una sanzione sproporzionata ma ha anche aggiunto che gli uffici romani non possono fare nulla; ci si deve affidare alla giustizia ordinaria – ha detto ancora ancora Azzolina – oppure allo stesso direttore regionale, incarico che – al momento – risulta ancora scoperto.
Lucia Azzolina ha sottolineato che in nessun modo e in nessun caso un Ministro o un altro componente dell’esecutivo può avocare a sè il prosieguo o la conclusione di procedimento avviato in sede amministrativa.
L’unica strada – ha aggiunto – è che sia lo stesso organo che ha inflitto la sanzione ad intervenire in autotutela per revocare il provvedimento già assunto.
Il tema dei procedimenti disciplinari nella scuola è senza dubbio molto rilevante, nel 2019 nelle scuole italiane sono stati avviati 3.079 procedimenti.
In un caso su due il procedimento si è concluso con una sanzione lieve, mentre nel 27% dei casi c’è stata l’archiviazione di tutti gli atti.
La sospensione dal servizio ha riguardato il 20% dei procedimenti, mentre c’è stato il licenziamento per nel 5% dei casi.
Non bisogna dimenticare che l’esercizio dell’azione disciplinare riveste, per l’amministrazione scolastica, carattere di obbligatorietà.
Il dirigente scolastico o la direzione regionale hanno cioè l’obbligo di avviare il procedimento nel caso in cui il dipendente ponga in essere comportamenti contrari ai suoi doveri d’ufficio.
Contro la sanzione il dipendente può ricorrere solamente al giudice del lavoro, in quanto ormai i ricorsi gerarchici per questi atti sono stati cancellati dalle norme entrate in vigore a partire dalla metà degli anni ’90.
Due anni fa, in occasione della firma dell’ultimo contratto nazionale, Aran e sindacati stabilirono che sulla materia disciplinare riferita ai docenti si sarebbe aperta una specifica sequenza contrattuale. Ma poi non se n’è fatto nulla.