Un docente di religione ha iniziato ad affrontare un procedimento giudiziario per difendersi dall’accusa di presunte molestie nei confronti di undici allievi di una scuola superiore di Piacenza: qualora dovesse essere condannato a risarcire gli studenti – considerati vittime degli abusi – potrebbe essere il ministero dell’Istruzione a risarcire loro i danni.
A rivelarlo è il quotidiano ‘Libertà’, dopo l’udienza preliminare svolta nel Tribunale di Piacenza in un procedimento che dallo scorso inverno, nel 2021, vede undici giovani, dieci ragazzi e una ragazza, considerati persone offese dai presunti comportamenti dell’insegnante indagato per violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, tentata violenza sessuale aggravata, stalking e molestie.
Ebbene, riporta l’Ansa, la giudice investita del caso ha accolto la richiesta dei difensori di tre studenti costituitisi parti civili, riguardo la citazione del ministero dell’Istruzione come responsabile civile: secondo i legali il professore è un dipendente del ministero e la scuola è stato il luogo dove l’insegnante è entrato in contatto con gli studenti diventate sue vittime.
In pratica in aula si sarebbero create le premesse dei reati e poco importa, secondo questa tesi, che successivamente siano stati consumati all’esterno della scuola.
Nell’accogliere la richiesta degli avvocati, la giudice ha fissato l’udienza al prossimo 7 aprile 2023 per dare la possibilità al ministero d’intervenire: solo allora – riporta ancora ‘Libertà’ – verrà presa la decisione definitiva sull’eventuale ruolo del dicastero bianco nel processo.
I fatti risalgono al febbraio del 2021: nel giugno scorso il docente era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ed era finito agli arresti domiciliari.
Qualche settimana fa ha ottenuto la revoca della misura, sostituita con l’obbligo di firma. L’insegnante – in base alle indagini – avrebbe inviato sui telefonini di alcuni studenti messaggi e video hard. Inoltre, scrive il quotidiano piacentino, in almeno due casi ci sarebbero stati incontri privati all’esterno della scuola. L’indagine era stata affidata alla Polizia Municipale dopo che uno degli studenti coinvolti nella vicenda si era rivolto alla direzione della scuola e questa aveva reso partecipe della vicenda anche l’Ufficio scolastico regionale di Bologna.
Successivamente, l’amministrazione scolastica e le famiglie dei giovani offesi, hanno presentato formale denuncia alle forze dell’ordine facendo scattare i controlli degli inquirenti. I Vigili nella loro attività avevano fatto ricorso a intercettazioni e molti, in quei mesi, furono gli studenti sentiti per fare piena luce sui fatti.
Un anno e mezzo fa, nel mese di marzo del 2021, il docente di religione era stato sospeso dalla Chiesa piacentina, per evidenti motivi cautelativi.
Va anche ricordato che qualora l’amministrazione scolastica dovesse essere chiamata a risarcire gli studenti vittime di abusi, lo stesso ministero dell’Istruzione ha piena facoltà di potersi rifare, in un secondo momento, sul docente protagonista della condotta condannabile e sanzionabile.
In pratica, il dicastero dell’Istruzione pagherebbe i danni solo in un primo momento.
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