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Docente di religione accusato di violenza sessuale su 5 studenti, l’avvocato accusa la Diocesi: ha fatto da garante per le sue qualità morali-teologiche

È difficile, forse impossibile, non riscontrare “mele marce” in una categoria. Anche tra i docenti di religione, sebbene fossero insegnanti che hanno studiato non poco principi morali ed etici: uno di loro, ormai ex insegnante di religione, oggi diacono di 49 anni, è accusato di violenza sessuale nei confronti di cinque studenti di un liceo scientifico di Latina.

L’udienza preliminare a carico dell’ex docente, adesso ai domiciliari, si doveva svolgere il 1° febbraio ma è stata rinviata al 29 febbraio a causa della mancata notifica dell’avviso all’imputato.

Nel mentre, la Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni ha depositato la sua richiesta di parte civile, così come le cinque vittime minorenni, assistite dall’avvocato Nicodemo Gentile.

Secondo il legale delle parti offese “questa vicenda non rappresenta solo la tragedia di alcuni giovani ragazzi e delle loro famiglie, ma di un’intera collettività. È una ferita aperta nel tessuto sociale maturata nell’ambiento protettivo della scuola”, perché “dalle carte della Procura e dai documenti viene fuori che siamo davanti ad un predatore sessuale ossessivo”.

L’avvocato ha chiesto anche “che la Diocesi locale possa essere chiamata come responsabile civile”, considerando “che ha attestato che questo imputato avesse le qualità morali e teologiche per potere insegnare religione”.

Secondo gli accordi tra lo Stato italiano e la Chiesa, stipulati attraverso il Concordato del 1984 e solo leggermente aggiornati successivamente, sono in effetti le Diocesi a stabilire l’iter formativo e selettivo che porta gli insegnanti di religione in cattedra.

Non è semplice, tuttavia, ritenere i vescovi responsabili del comportamento errato, offensivo o violento di un insegnante a cui avevano dato il via libera per fare lezione di religione cattolica: la diretta responsabilità della Diocesi locale si limita alla verifica dei requisiti e delle potenzialità del candidato docente di religione, mentre non è facilmente associabile agli eventuali comportamenti scorretti dello stesso insegnante.

Alessandro Giuliani

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