Alla fine il collaboratore scolastico è crollato: è stato lui ad uccidere, lo scorso 27 settembre, il docente di sostegno di 64 anni, Marcello Toscano, ritrovato senza vita all’interno della scuola media ‘Marino Guarano’ di Melito di Napoli. Dopo un mese di indagini, gli inquirenti hanno anche riscontrato il movente: la restituzione di una somma di denaro ricevuta in prestito.
Il docente di sostegno era stato ritrovato morto all’interno della ex casa ora adibita a deposito, nell’istituto scolastico.
Il Mattino e La Repubblica di Napoli scrivono che il bidello ha ammesso la colpa nel corso di un interrogatorio svolto davanti al pubblico ministero della Procura di Napoli Nord: adesso G.P. di 54 anni, è recluso nel carcere di Poggioreale a Napoli.
Come sospettavano gli inquirenti, già dopo alcuni giorni dal delitto, restituzione del prestito e diverbi sulla cifra totale da corrispondere avrebbero animato la discussione fino all’esito mortale.
Un coltello l’arma del delitto con il quale Porcelli avrebbe colpito più volte l’insegnante.
Il giorno del delitto, l’allora ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha commentato così l’episodio: “Sono sconcertato per la tragica morte del professor Marcello Toscano – afferma il Ministro – mi stringo al dolore della sua famiglia e della comunità scolastica”. Bianchi chiede che si faccia luce al più presto sull’accaduto.
Un cugino del docente ucciso ha scritto su Facebook: “L’hanno ammazzato come un cane nel cortile di una scuola della Repubblica Italiana nella tarda mattinata di un anonimo martedì di fine settembre … Cronache da Melito dove si muore senza un perché e tra l’indifferenza generale grazie ad uno Stato che ha abdicato da tempo diventando solo una sorta di participio passato: qualcosa che è stato ma che adesso non c’è più…”.
Il sindaco di Melito di Napoli Luciano Mottola ha espresso tutta la sua amarezza per l’accaduto e ha ribadito di aver chiesto al governo un sostegno per la criminalità dilagante.
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