La questione relativa al “docente esperto” è sulla bocca di tutti tra lodi, critiche e commenti da parte dei docenti, la maggior parte dei quali, come ha rivelato un nostro sondaggio, è totalmente contro la nascita di questa figura. A prendere posizione contro ciò che viene regolamentato all’art 39 del DL Aiuti è stato anche il maestro e giornalista Alex Corlazzoli.
Corlazzoli, che l’anno scorso ha fatto scalpore per le sue dichiarazioni proposito dell’insegnamento di religione a scuola, ha scritto un articolo su Il Fatto Quotidiano pubblicato oggi, 10 agosto, indirizzato al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in cui ha condannato in toto la decisione del Governo.
Dopo averla riassunta l’insegnante è passato all’attacco, avendo da ridire sulla priorità che è stata data a un provvedimento del genere, a suo avviso per niente urgente. Poi, l’affondo: “Il ministero ha deciso che su 800mila docenti circa solo ottomila potranno diventare ‘esperti’: Bianchi dev’essere stato ispirato dalla canzone ‘Uno su mille’ di Gianni Morandi quando ha preso questa scelta”, ha detto in modo provocatorio.
Poi Corlazzoli ha discusso a proposito della formazione richiesta agli aspiranti docenti esperti, provando a fare delle previsioni alquanto pessimistiche: “Questa norma è discriminatoria, anticostituzionale e pure sciocca. Sia chiaro: nella scuola italiana abbiamo bisogno tremendamente di formazione. Qui però ci troveremo di fronte a un minestrone di enti accreditati (chiaramente vicini o comunque approvati dal ministero) che proporranno uno spettro di corsi tra i più disparati”.
Successivamente il giornalista ha citato la Costituzione per rimarcare la discriminazione che a suo avviso questo provvedimento attua nei confronti dei precari, dal quale ne sono esclusi: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’. Io non leggo che i precari sono diversi e nemmeno che Peppino può prendere 5.650 euro in più di Mario solo perché il Governo ha deciso di investire in maniera claudicante”.
Corlazzoli, infine, ha criticato il fatto che i futuri docenti esperti diventeranno tali solo formandosi in un determinato modo scelto, appunto, dal Governo: “Un ultimo aspetto che, poi, è il più importante: per essere un esperto basta fare tre bei corsi? Chi dona il suo tempo per leggere ogni settimana libri sulla didattica, sulle esperienze di scuola più innovative, sui grandi pedagogisti è solo un perditempo? Chi, quando va in vacanza, anziché stare al villaggio ‘Marina’ decide di visitare la risiera di San Sabba o il museo archeologico della città è solo un bravo ragazzo? Chi decide di formarsi in maniera diversa da come decide il regime è solo un lavativo? Beh, io credo che resterò un grande inesperto”, ha concluso.
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