Il 4 agosto potrebbe essere una data importante per il mondo della scuola: il Consiglio dei Ministri convocato per il primo pomeriggio dovrebbe approvare un decreto legge (il cosiddetto “aiuti bis”) con una disposizione quasi storica.
Il testo provvisorio dell’articolo 39 del provvedimento introduce infatti una modifica importante al DL 59/2017: “Per gli insegnanti di ruolo di ogni ordine e grado del sistema scolastico statale, al superamento del percorso formativo triennale e solo in caso di valutazione individuale positiva è previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale, non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento del trattamento stipendiale in godimento, nei limiti delle risorse disponibili ai sensi del comma 5 e secondo le modalità ivi previste”.
E ancora: “I docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili …. possono accedere alla qualifica di docente esperto e maturano conseguentemente il diritto ad un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento”.
Si tratta, di fatto, di una modifica significativa dello stesso stato giuridico del personale tentata più volte – ma senza risultati concreti – da precedenti Governi (la prima “prova tecnica” risale addirittura al 2008 quando la deputata di Forza Italia depositò in Parlamento il ddl 953 che prevedeva una carriera docente articolata in tre fasce).
Il testo del decreto che il Governo dovrebbe approvare oggi parla della qualifica di docente esperto che però “non comporta nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento” e che riguarderà un contingente di docenti non superiore a 8 mila unità per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036.
“Con questo provvedimento – commenta proprio Valentina Aprea, capogruppo di Forza Italia in Commissione Cultura della Camera – si rompe la diga dell’uniformità della prestazione e della retribuzione degli insegnanti”.
“Tuttavia – aggiunge Aprea – la logica che i commi sottendono è ancora troppo schiacciata su criteri anacronistici, corporativi e, soprattutto, centralistici, senza alcun coinvolgimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, che, proprio per questo non introducono una vera differenziazione delle funzioni del docente ‘esperto’ (copyright di Forza Italia) per una organizzazione della scuola diversa e al passo con i tempi e per un miglior servizio educativo agli studenti”.
Soprattutto, sempre secondo Aprea, “va assolutamente introdotta per il docente ‘esperto’, insieme all’insegnamento, una funzione differenziata tra quelle indicate nella legge 79/2022, dal tutoraggio a tutte le altre funzioni legate ad un vero e proprio middle management”.
A quanto se ne sa in questo momento, il decreto legge inizierà il proprio percorso di conversione in legge il 6 settembre al Senato dove – dichiarara sempre Valentina Aprea – Forza Italina “presenterà al Senato le proposte di modifica che andranno in questa direzione ed individuerà anche le modalità per riconoscere la qualifica di docente ‘esperto’, pure prima del 2032, ai docenti, opportunatamente selezionati dalle istituzioni scolastiche, già ora in possesso di una qualificata e avanzata preparazione, corrispondente al Profilo conclusivo delle competenze del docente abilitato introdotto dalla legge 79/2022.”
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