Con l’approvazione della bozza del DL Aiuti in Cdm nella serata del 4 agosto è comparsa la figura del “docente esperto“, tema su cui dalla scorsa settimana si dibatte ininterrottamente e animatamente.
Le varie forze politiche si stanno attualmente scontrando, tra chi boccia in toto la novità, chi la abbraccia e chi, come Italia Viva, non la boccia ma preferirebbe venissero apportate modifiche alla norma.
Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, ha spiegato qual è l’opinione del suo partito in merito. Innanzitutto Toccafondi ha criticato il Pd, per cui l’art. 39 del DL Aiuti che disciplina la figura del “docente esperto” dovrebbe essere eliminato. “Il Pd chiede lo stralcio della norma sul cosiddetto ‘docente esperto’, una definizione che non va bene ma che introduce un piccolo miglioramento rispetto al bonus previsto adesso. È bene precisare che la differenziazione salariale è cosa ben diversa dal rinnovo del contratto collettivo del comparto scuola, rinnovo urgente, che deve riconoscere un adeguato aumento stipendiale”, ha detto il deputato.
In particolare quest’ultimo ha fatto notare che il decreto è stato voluto dal Governo Draghi e dal Ministro Bianchi: “Considerato che difendeva tanto il lavoro del governo Draghi, sorprende che a richiedere lo stralcio sia il Pd: sembra dimenticare che la norma è stata voluta da questo governo e in particolare dal ministro Bianchi, che con il Pd ha governato in Emilia Romagna”.
Secondo Italia Viva questa norma è “meglio di niente”, già un passo avanti: “È vero che il metodo usato dal Ministero dell’Istruzione non è stato dei migliori, vista la mancata condivisione con la maggioranza, con il Parlamento e nemmeno con i sindacati, ma chiedere lo stralcio non aiuta la scuola a migliorarsi. Con lo stralcio resterebbe la norma per come è in vigore, ovvero dopo tre giudizi positivi un ‘una tantum’ di 1800 euro per un numero imprecisato di docenti invece dell’aumento di 5.650 euro per sempre per 32.000 docenti con un percorso di valutazione”.
“Per il Pd il principio della differenziazione salariale è ancora una volta solo roba da convegni. Noi proveremo a difenderlo, presentando emendamenti che migliorano la norma, la rendano più vicina a una vera carriera e dia risposte anche ai docenti in servizio da più tempo”, ha concluso Toccafondi.
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