“La discussa norma del decreto Aiuti bis sul ‘docente esperto’, che gratificherebbe un numero infinitesimale di insegnanti (un’autentica presa in giro) per fingere di accontentare Bruxelles, va stralciata. O alla stessa velocità con cui ora ci costringono ad approvarla per non fermare gli aiuti ‘veri’ ad altre categorie, una volta al Governo dopo il voto del 25 settembre, la cancelleremo”: lo dichiara il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.
La realtà, però, potrebbe essere un po’ più complessa perché la norma sul cosiddetto “docente esperto” è legata al decreto legge 36 con cui erano state approvate le nuove regole sul reclutamento dei docenti che dovrebbero consentire all’Italia di ottenere gli aiuti europei per la realizzazione del complesso di riforme previste dal PNRR.
Abrogare tali regole potrebbe indurre l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione che si tradurrebbe in una “multa” piuttosto salata oltre che nella perdita dei finanziamenti già concordati.
Intanto secondo le informazioni in nostro possesso sembra che il decreto legge 115 che contiene l’articolo 38 con le norme sul “docente esperto” possa essere completamente “blindato” dal Governo.
In altre parole pare che l’esecutivo non intenda accettare nessuna modifica al testo già pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Anche l’annuncio del Partito democratico di voler chiedere lo stralcio dell’intero articolo sembra destinato a non avere seguito.
Quanto a ciò che potrebbe accadere con il nuovo Governo non è detto che la vicenda possa procedere secondo quanto auspica Pittoni: pur dando per scontata la vittoria del centro-destra, la Lega non governerà certamente da sola, anzi dovrà “fare i conti” con Fratelli d’Italia e con Forza Italia; sul tema specifico del docente esperto, il partito di Berlusconi potrebbe essere orientato a riscrivere le regole più che ad abrogare la norma.
Comunque a partire dalle prossime ore la situazione dovrebbe chiarirsi: nella giornata di martedì dovrà pronunciarsi la Commissione Cultura del Senato, mentre tra mercoledì e giovedì dovrebbe esserci già il parere delle Commissioni riunione Bilancio e Finanze.
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