Sulla pagina Facebook di questa testata i lettori, soprattutto insegnanti e donne, si sono schierati in gran parte a favore del docente bandito a vita dalla scuola e “da qualsiasi altra forma di pubblico impiego” a causa di una relazione con un’alunna.
C’è chi denuncia il criterio dei due pesi e due misure, chi menziona il ritorno in parlamento del benefattore della minorenne supposta nipote di Mubarak, chi lamenta il consueto accanimento contro i docenti nell’oblio dei problemi reali della scuola, chi ricorda tante coppie poi addirittura convolate a durature e felici nozze nate proprio così, chi cita il caso esemplare della première dame di Francia.
E pure chi ritiene inopportuna una relazione con colei che si deve poi valutare: ma proprio per questo, inutilmente, “la difesa del docente ha provato a garantirgli il rientro a scuola con mansioni diverse dall’insegnamento, ambito che si applica anche per reati che abbiano la pena massima sotto i tre anni”.
La Tecnica della Scuola ha spiegato che la sanzione disciplinare può essere legittima pure senza reato, ma il commento più ricorrente è stato comunque: “assurdo!”.
Qualcuno ipotizza che le notizie pubblicate siano incomplete. Tanti aspetti in effetti restano oscuri. Il dirigente scolastico che manda una segnalazione in procura in mancanza di reato con totale sprezzo della calunnia. L’Ufficio regionale che compie indagini sulla vita privata del docente rubando il lavoro a qualche paparazzo o tomponzi. La presunta “grave violazione” di non meglio chiariti “doveri inerenti alla funzione educativa”. Il richiamo, senza nessi logici, al “fatto che gli studenti a lui affidati attraversavano un’età obiettivamente critica sotto il profilo dello sviluppo della personalità e delle modalità di interazione sociale”.
La petizione di principio per cui “in questo contesto il docente era tenuto a relazionarsi agli studenti con la maturità di un soggetto adulto ed a svolgere un fondamentale ruolo educativo”.
L’accento posto in particolare sopra “l’età minore dell’alunna, la durata della relazione e la consumazione di rapporti sessuali”; col quale i giudici comunicano arbitrario spregio per l’età del consenso e pudibonda predilezione per i rapporti platonici, mentre non svelano se abborriscano più un breve flirt o una lunga frequentazione, né perché mai.
Infine la sentenza che “instaurare una relazione sentimentale e sessuale con un’alunna, tanto più se minorenne, disvelava la totale incapacità di discernere la sfera professionale da quella personale e la sfera etica da quella sentimentale, giungendo il docente a uniformarsi nei comportamenti a un coetaneo dei propri allievi”. Allora andrebbero sanzionate tutte le supposte fanciullesche relazioni con qualsiasi quasi maggiorenne, e anche quelle altrettanto indiscernibili col personale ATA, coi dirigenti o tra colleghi.
Rivelatore è solo il riferimento a un’inconcussa “sfera etica”, si vede che viviamo ancora in un miserabile Stato etico, bacchettone e voyeurista.
Andrea Atzeni