Al ridosso delle festività pasquali un avvenimento sta facendo molto discutere. In una scuola di primaria di San Vero Milis (Oristano) un’insegnante, Marisa Francescangeli, durante il periodo di dicembre, in un’attività con gli alunni aveva fatto costruire un piccolo rosario. A due mamme l’attività non era piaciuta, tanto da protestare dal dirigente scolastico e all’ufficio scolastico provinciale, i quali hanno accolto le “accuse”.
La docente si è vista notificare i primi di marzo la sospensione di 20 giorni con riduzione dello stipendio.
L’insegnante ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano L’Unione Sarda: “Non credo di aver commesso mancanze gravi. Mi pare di vivere un incubo. Farò ricorso. Quel giorno sostituivo un mio collega assente, ho realizzato con i ragazzini il rosario e poco prima di uscire abbiamo detto il Pater e l’Ave. Nelle mie classi tutti gli scolari, con il consenso dei genitori, partecipano all’ora di religione. Sono stata convocata per incontrarle. Mi sono persino scusata, ma evidentemente non è stato sufficiente”.
A difendere la docente ci sono altre mamme e anche il sindacato. Proprio quest’ultimo avrebbe chiesto di revocare la sospensione ritenendo non corretta una procedura che non aveva consentito all’insegnante di motivare il suo comportamento né di presentare controdeduzioni. Alcune mamme hanno commentato: “Non siamo d’accordo e non siamo state interpellate. È una punizione eccessiva, oltretutto ricevuta dopo un processo sommario”. E per quanto riguarda il dirigente scolastico, Alessandro Cortese, che al momento non rilascia dichiarazioni, le mamme dicono: “Avrebbe dovuto risolvere il caso evitando un provvedimento così duro e proporzionato e avrebbe dovuto non sentire soltanto le mamme che protestavano ma tutti i genitori. È una storia assurda: nella scuola ci sono ben altre cose che non vanno bene… Chiediamo che l’insegnante ritorni subito al lavoro”.
Al momento la docente sta percorrendo la via giudiziaria: “Mi sono dovuta rivolgere a un avvocato, abbiamo chiesto l’accesso agli atti, ricorreremo in tribunale. Non mi accusano soltanto di aver realizzato il rosario e di aver fatto pregare i bambini, ma anche di averli terrorizzati per avere risposto alle loro domande sul fumo spiegando pericoli e danni per la salute”.